Sorella Morte?

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Ogni domenica, nell’Eucarestia rinnoviamo la nostra fede, non da soli ma insieme. Ma quando diciamo «Credo nello Spirito Santo che è Signore e da’ la vita»; quando diciamo «fu crocefisso, morì e fu sepolto… il terzo giorno risuscitò da morte»; quando diciamo «aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà»… quando diciamo tutto questo, a cosa pensiamo?

I giorni di Novembre, quelli che stanno alle porte dell’inverno diventano i giorni del ricordo più intenso di chi non è più con noi. I cristiani collocano all’inizio di Novembre il richiamo alla santità delle prime origini (festa di tutti i Santi) e il ricordo dei fratelli e delle sorelle defunti.
Perché non provare a condividere ciò che si è vissuto nei giorni della prova, della passione e del lutto? Alcuni anni fa, abbiamo vissuto qualcosa di simile in occasione della giornata dei malati: alcuni di noi hanno preso carta e penna e hanno provato a raccontare alla Comunità come si sta nei giorni della malattia… ne uscì un piccolo quaderno, tanto leggero quanto pieno di insegnamenti.

Vorrei riproporvi un’esperienza simile, chiedendo a chi se la sente di provare a raccontare cosa produce in noi il pensiero della morte o cosa si è provato nei giorni del lutto di un amico, di un parente. Lo so che è uno sforzo grande… ma mi pare un tentativo di non nascondere questo argomento che potrebbe perfino aiutarci a ritrovare il sapore buono della vita quotidiana. A volte mi chiedo, se occultando la morte o riducendola ad un gioco, ad una tragedia, ad un fatto di cronaca…. non ci stiamo privando di far nascere il Vangelo proprio dall’interno della Comunità.

Resto sempre meravigliato al pensiero che il Vangelo sia arrivato a noi dopo i giorni dello sconforto e della delusione di quei dodici discepoli di Gesù che davanti alla sua morte non hanno saputo «reggere il colpo». Lo avevano abbandonato ancor prima di vederlo morire. Ma qualcosa di nuovo e di inatteso è accaduto: cominciano a raccontare quello che hanno vissuto con il loro Maestro, ciò che aveva detto e fatto… da questa condivisione, da questa capacità di raccontare anche ciò che ci spaventa, ne è venuto fuori Vangelo, una Buona Notizia per la vita quotidiana. Chi ha assaporato il calice amaro – che neppure Gesù pensava di riuscire a bere! – dà un sapore nuovo alla vita quotidiana. Qualcuno tra noi ha scritto: «Con la morte le cose vanno al loro posto, in ordine di importanza». Credo che condividendo anche i racconti del «calice amaro» potremo imparare insieme a rimettere ordine nella nostra vita.

Chi vuole provare a scrivere questo «nostro Vangelo», chi vuole provare a far nascere una spiga da un chicco di grano caduto in terra, può scrivere le sue riflessioni e consegnarle presso la SEGRETERIA DEL CENTRO PASTORALE GIOVANNI XXIII, oppure IN SACRESTIA, oppure scrivendo direttamente a donstefanomanfredi@yahoo.it, entro lunedì 27 ottobre 2014.

DOMENICA 2 NOVEMBRE condivideremo, durante l’Eucarestia, alcune di queste riflessioni, nel rispetto dell’anonimato o nel coraggio di parlare davanti alla Comunità per condividere ad alta voce un’esperienza che ci accomuna e ci fa’ fratelli su questa terra… perché anche la morte non ci sia sempre più estranea ma impariamo a chiamarla «sorella morte» come diceva Francesco di Assisi proprio a complemento del suo Cantico delle Creature.

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Questo articolo è stato pubblicato in CELEBRAZIONI da Don Stefano Manfredi . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

2 pensieri su “Sorella Morte?

  1. cose vere, di questo hanno bisogno le persone, quindi anche i cristiani. Benvenute siano dunque occasioni, come questa, che danno conto, in comunità, del fluire della vita.

    Gianantonio 

     

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