La nostra azione si rivolge ai soli residenti del comune di Seriate sia italiani che stranieri. Gli utenti del C.P.A.C. nel 2013 si sono ulteriormente ridotti del 10% complessivamente e stranamente sono diminuiti drasticamente gli italiani che evidentemente hanno potuto usufruire di altri aiuti. Sono però aumentate le visite complessive e la media degli interventi per utente è cresciuta moltissimo (+38%) in quanto i bisogni sono aumentati a causa della situazione economica tuttora negativa, in particolare per la perdita del lavoro di numerose persone e di conseguenza per tante famiglie.
Riportiamo i dati più significativi per consentire alla comunità di comprendere cosa fanno e come operano i volontari (gratuitamente) a favore degli indigenti, nello spirito di servizio che il Signore ci insegna: “i poveri sono sempre con voi”. È un servizio svolto in nome e per conto della comunità, ma che non sostituisce l’impegno personale a cui è chiamato ogni cristiano. Ringraziamo i numerosi parrocchiani che hanno compreso la necessità di sostenere continuativamente con il loro contributo portando regolarmente alimenti, vestiario e altri beni per tutti i nostri bisognosi italiani e stranieri.
Ecco alcuni dei dati più significativi del servizio svolto dal nostro Centro di Ascolto:
Gli operatori e gli utenti del 2013
Le percentuali indicate si riferiscono al raffronto con i valori del 2012. Come si può chiaramente vedere dalla tabella, il numero degli utenti complessivi è diminuito del 9,8% per la motivazione già indicata all’inizio, ma è aumentata del 38% la necessità di interventi per le persone e le famiglie proprio a causa della difficile situazione economica generale. Il numero complessivo di progetti semestrali è aumentato solo per gli utenti italiani nonostante siano diminuiti di numero e questo deriva dal fatto che vengono a chiedere aiuti più frequentemente. Sei italiani sono di origine estera.
La maggior parte dei nuovi utenti esteri (25) proviene dal Marocco (7), da altri paesi africani (7), da paesi dell’est europeo (4), dall’Asia (4) e dall’America latina (3).
La richiesta di badanti e di collaboratrici famigliari per l’assistenza a domicilio o in ospedale ai nostri anziani è stata di 5 persone che hanno quindi trovato un lavoro, anche se piuttosto precario.
I progetti semestrali per gli stranieri sono stati 113 e per gli italiani 21.
I nuovi arrivati nel 2013
I 25 nuovi stranieri accettati hanno tutti il permesso di soggiorno o la carta di soggiorno (permesso di soggiorno di lungo periodo). Per quanto riguarda la religione, gli immigrati di religione islamica che si sono presentati per la prima volta nel 2013 hanno ancora superato numericamente quelli di religioni cristiane (cattolici, ortodossi, evangelici): 18 contro 7. Ciò ci dovrebbe far pensare perché come comunità parrocchiale dobbiamo tenerne conto.
I titolari della scheda maschi sono 12 contro 13 femmine.
I 25 nuovi nuclei famigliari stranieri (di cui 2 sono singoli) sono complessivamente composti da 103 persone di cui il 96% sono qui da noi ed il 4% sono rimasti nei loro paesi. Da qui comprendiamo come continui la tendenza al ricongiungimento famigliare, ma incide anche la nascita qui da noi dei loro bambini. 8 nuclei sono composti da 5 o più persone (sono presenti anche nonni o altri parenti), 9 da 4, 4 da 3 e 2 da 2 persone.
I nuovi nuclei di italiani sono così composti: 3 maschi e 5 femmine di cui 3 sposati o conviventi con figli, 5 senza figli; 1 è di origine straniera ma ha ottenuto la cittadinanza italiana.
Complessivamente le famiglie aiutate attualmente con progetto semestrale sono 78 per un totale di 304 persone.
I bisogni e le risposte nel 2013
Ecco un resoconto delle richieste che ci sono pervenute nel corso dell’anno e delle risposte che siamo stati in grado di dare per mezzo delle risorse che la comunità ci ha messo a disposizione. Continua nelle chiese delle zone il segno del cesto della carità per la raccolta di alimenti a lunga conservazione, inoltre il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha deliberato anche quest’anno di riservare il 10% delle offerte delle seconde domeniche del mese per i bisognosi. Questo come segno che la Carità dovrebbe essere vissuta come un’esigenza continuativa da parte di tutti.
Come si può vedere dalla tabella, i bisogni che ci vengono segnalati sono molteplici e siamo in grado di soddisfarli solo in parte. Sempre comunque diamo almeno qualche suggerimento o inviamo alle istituzioni, ai sindacati o alle associazioni presenti sul territorio se possono essere in grado di affrontare meglio un determinato problema.
Le differenze percentuali tra il 2012 e quelle del 2013 vanno interpretate, infatti nonostante il numero complessivo degli utenti sia ancora diminuito, il numero degli interventi per utente è notevolmente aumentato. Le richieste sensibilmente aumentate si riferiscono a tutta una serie di beni per i bambini (pacchi di pannolini, giocattoli, materiale scolastico e altro ancora) e materiale per la casa (materassi, coperte, lenzuola, stoviglie, televisori, mobili, biciclette, passeggini, carrozzine, box, seggioloni e molto altro ancora).
La comunità ha collaborato nella raccolta degli alimenti e del vestiario il cui valore indicativo ammonta ad oltre € 37.000. Nonostante ciò abbiamo dovuto acquistare alimenti mancanti per € 350. Abbiamo anche dato piccoli contributi per il pagamento di alcune bollette per il gas e l’elettricità e altro per un importo di 1.400 €. Abbiamo fornito buoni spesa per circa 2.400 €. Abbiamo poi assistito 10 famiglie per l’accesso al fondo diocesano “famiglia-lavoro” per mezzo del quale hanno potuto avere buoni spesa e per il pagamento di bollette per un totale di 3.500 €. Abbiamo fornito medicinali per 7.500 €. Per il pranzo della carità ed altre piccole iniziative abbiamo speso 1.150 €.
Gli interventi di tipo sociale e umanitario comprendono i colloqui di approfondimento che determinano in prima battuta la stesura di un progetto d’intervento concordato semestralmente. Alla scadenza si procede alla verifica della situazione famigliare dal punto di vista economico e sociale per valutare se si debba continuare a sostenere le persone o se si possa ritenere superata l’emergenza. Nei casi più gravi si richiede l’intervento dei servizi sociali per possibili contributi per l’affitto o per la scuola materna o per il pagamento di bollette o altro e quest’anno abbiamo gestito per conto del Comune interventi a favore di 12 famiglie per un totale di € 13.500. Mensilmente teniamo una riunione tra alcuni di noi ed una assistente sociale che si occupa degli immigrati. Trimestralmente partecipiamo ad un incontro allargato che vede coinvolti oltre a noi e alle assistenti sociali, anche il Centro Aiuto Vita e altre associazioni del territorio per una verifica dei casi comuni seguiti.
Dal punto di vista economico segnaliamo che abbiamo avuto entrate pari a 11.500 € attraverso contributi parrocchiali, comunali, offerte di privati e attraverso i cesti della carità posti nelle chiese. Altri 3.500 € sono stati prelevati dal nostro conto corrente. Le spese sono state pari a 15.000 € per l’acquisto dei medicinali, contributi vari e per le altre spese sostenute per gli utenti. Per la gestione del Centro abbiamo speso € 1.500 per l’acquisto di un nuovo portatile e relativa stampante, per l’acquisto di un trans pallet e per telefono e ADSL, per cartucce, toner, carta e varie.
L’oratorio ci ha permesso di inserire al CRE una trentina di bambini a titolo semi-gratuito. Una persona è stata seguita da una psicologa per un ciclo di sedute. Una famiglia pakistana è stata fatta rientrare con contributi comunali nel proprio paese.
Per quanto riguarda la Casa della Carità gestita per conto dell’associazione Diakonia (Caritas di Bergamo): una famiglia italiana è stata ospite per soli due mesi; una famiglia albanese ospite da più di un anno ha lasciato la casa perché ha trovato una soluzione attraverso l’interessamento del comune. Ora sono ospiti altre quattro famiglie per un totale di dieci persone con provenienza da Tunisia, Marocco, Nigeria e Ghana. Abbiamo avuto spese per € 560 complessivi. Le rette mensili sono a carico dei comuni di provenienza o, nel caso di persone che lavorano, direttamente a carico loro.
Ci affidiamo ancora alla comunità parrocchiale nella certezza che non mancherà il sostegno da parte dei molti che hanno contribuito con piccole e grandi offerte di denaro, con gli alimenti a lunga conservazione, il vestiario, le biciclette, i pannolini, i giocattoli, i mobili e tutto il materiale che abbiamo distribuito.
Si ringraziano pure: la Caritas parrocchiale, la Caritas diocesana, la Parrocchia, il Comune, le Scuole dell’infanzia, i catechisti e gli insegnanti che hanno organizzato incontri con i ragazzi e raccolte di materiale anche nelle scuole.
Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento
Caritas Parrocchiale Seriate
(elaborazione dati – Salvatore)