Il desiderio di incontrarsi tra famiglie è come un fuoco sempre acceso, una spinta di energia che tende ad espandere l’orizzonte del mondo. Ci accompagna dai tempi del famoso saluto di san Paolo ai Colossesi, con quel «Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa», questo fuoco di Chiesa domestica, raggiungendo persino chi fa la vita più insulsa che possiamo conoscere. Ognuno ha i suoi ricordi, i propri contesti, una personale e ideale Nazareth da cui crescere e partire. Nessuno può illudersi di sostituire la famiglia, non la scuola, non la politica, neppure la stessa Chiesa. Per il Concilio è la cellula fondamentale del formarsi del cristiano.
Dove sono andate, quest’anno, le 18 famiglie della catechesi mensile con i rispettivi figli di 2ª e 3ª elementare e le altre 15 per chi frequenta la 4ª e la 5ª? A Comonte, a Paderno. Per non cedere ai richiami della influencer economy, i partecipanti non si sono legati, come Ulisse, all’albero della nave, né si sono turati gli orecchi; ma come Orfeo, per contrastare il canto delle sirene dell’anti-decalogo, hanno intonato una melodia più bella, che ci incanta. «Ci vuole forza, ricerca, conoscenza e condivisione – diceva papa Francesco – per rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo culturale».
Da settembre a maggio hanno fatto 5 incontri, ai quali si è aggiunta una serata per la cena ebraica. L’incontro conclusivo a Gandellino, di due giorni (sabato e domenica) a cui avevano aderito 15 delle 18 famiglie di Comonte, è stato invece rinviato per maltempo in data da stabilire in occasione dell’apertura del prossimo anno catechistico.
Isabella Prometti, Fabio Marchesi e Andrea Morbi hanno partecipato con le rispettive famiglie agli incontri di Paderno e Comonte. In questa intervista ci raccontano la loro avventura.
Sulla catechesi mensile per le famiglie c’era un sogno della comunità. Come è nata questa sfida?
Isabella – Da anni la Parrocchia stava sperimentando un modello di catechesi più coinvolgente per i genitori (incontri della domenica pomeriggio per i sacramenti, catechesi familiare per la prima), ma si faticava a trovare la formula giusta… mancava forse solo il coraggio di fare una scelta coraggiosa … un cambiamento di orizzonti…
Fabio – A Comonte, l’anno precedente a questo, mancando il catechista, eravamo partiti con la catechesi settimanale organizzata dalle famiglie. Tuttavia, la scelta e l’organizzazione del catechismo mensile, che è partito quest’anno, è di livello parrocchiale e si fonda sulla necessità di coinvolgere le famiglie.
Andrea – A tale proposito abbiamo aderito in 18 famiglie qui a Comonte organizzando ogni singolo incontro con questo programma: Messa delle 10; incontro mattutino; pranzo comunitario e condiviso; incontro pomeridiano; preghiera finale con i bambini che, separatamente da noi adulti, avevano il loro momento di catechismo.
Ricordate le emozioni e le aspettative di quell’inizio?
Isabella – All’inizio abbiamo valutato le nostre forze, le problematiche organizzative da superare erano tante… abbiamo preso in considerazione tante proposte alternative … a poco a poco il nuovo progetto ha preso forma e sostanza… è stato quasi come veder nascere un figlio!
Fabio – È stato bello e coinvolgente perché pranzare insieme significa fare comunità e amicizia con le altre famiglie. Si è instaurato un rapporto tra famiglie più allargato rispetto al catechismo tradizionale che ricordo.
Andrea – Il clima era conviviale e abbiamo iniziato con il gioco del gomitolo per conoscerci. Negli incontri non solo si è creato un legame intenso tra le famiglie ma anche all’interno della singola famiglia. Spesso, tra le mille cose da fare, non si trova il tempo di confrontarsi su certi contenuti. Questa è stata una valida opportunità di iniziare, con moglie e figli, a dialogare su argomenti profondi che solitamente non si prendono in considerazione. Uno stimolo che produce una continuità anche tra le mura domestiche.
Quanto impegno ci avete messo per questi incontri?
Isabella – L’impegno in una scelta così non si può misurare… sai che ti devi impegnare e basta, non puoi tirarti indietro!
Andrea – Con l’incontro mensile devi metterti in gioco a livello familiare. Non solo per il tempo da dedicare, la tua giornata, ma anche la tua fede. Per me è stata una modalità intelligente sia per aiutare la crescita del figlio e sia la propria: come adulto, come coppia e come comunità.
Fabio – Condivido. È comodo prendere il bambino e parcheggiarlo; più faticoso, ma però più bello, è lasciarsi coinvolgere e partecipare. In fondo, il primo insegnamento come genitori è quello di essere da esempio per i propri figli. Uno stile che coincide anche col farsi “testimoni” in quanto cristiani e quindi credibili.
Argomentare e discutere su temi religiosi che cosa aggiunge alla crescita personale e nei rapporti con gli altri?
Isabella – Secondo me non si tratta tanto di argomentare… il bello di questi incontri invece è proprio il contrario … ogni domenica è stata un percorso di condivisione e di testimonianza reciproca nella fede…
Fabio – In effetti non sono stati incontri banali. Non venivano trattati argomenti esclusivamente di carattere religioso, ma abbiamo approfondito anche tematiche relazionali e familiari che ci coinvolgevano da vicino con scambi di opinioni costruttivi. Don Marcello, che ci ha accompagnati, è stato un ottimo motivatore.
Andrea – È stato bello vedere che tutti si siano messi in gioco, dando un proprio contributo, anche quello più personale, pur nella difficoltà di argomentare di fronte a 32 persone. Ed eravamo sempre tutti presenti e uniti, sia nei momenti comuni, che divisi per gruppo o nella meditazione personale.
Tirando le somme, cosa ti ha lasciato questa esperienza. Ne è valsa la pena sognare?
Isabella – Direi che un sogno che si avvera è il massimo risultato che si possa sperare… un’esperienza che ha avuto successo ti mette le ali per costruire il futuro… ora manca solo un ultimo tassello, il percorso mensile per il biennio della Cresima…
Fabio – D’acchito è stata un’occasione per rivedere amici persi di vista. In quanto al sogno, il cambiamento proposto dalla Parrocchia l’ho trovato molto valido per vari aspetti. Invito tutte le famiglie di Seriate a sperimentarsi in questa avventura.
Andrea – Sì, aggiungo che è stato anche un ottimo strumento e veicolo per creare momenti di comunione e comunità anche fuori lo stretto percorso di catechesi. Così abbiamo animato la festa di Carnevale, le preghiere nel periodo di Avvento e di Quaresima. Il gruppo aiuta al coinvolgimento personale per contribuire e realizzare eventi comunitari anche nuovi e creativi.
Una Chiesa che sogna è una Chiesa che propone. Come è stata accolta dagli abitanti di Seriate il catechismo mensile per le famiglie?
Isabella – I sogni grandi non sono mai facili da realizzare, spesso le proposte nuove intimoriscono … occorre coraggio ed essere convinti che la scelta è quella giusta e portarla avanti, perché il sogno diventi realtà …
Fabio – Posso testimoniare che la proposta è valida. Capisco il fatto che mettersi in gioco non sia facile, ma è una paura che si può vincere. Mio figlio chiedeva perché si andasse solo una volta al mese e questa sua piccola voce mi fa ben sperare in questo nuovo modello di catechesi.
Andrea – Essendo la prima volta qualche titubanza per qualcuno c’è stata. Confido che la nostra esperienza faccia da apripista e attivi il desiderio di una maggiore partecipazione. Quando mi chiedono come sono andati questi incontri, io rispondo che mi sarebbe piaciuto partecipare anche ad altri come questi, se ce ne fossero stati.
Si clicca e si prega in rete. Perché pregare ancora nel proprio piccolo quartiere con la gente che ci passa accanto e formare una comunità?
Isabella – La scelta di fede è personale, ma il Cristianesimo è essenzialmente comunitario, non può essere vissuto nell’isolamento, infatti Gesù ci ha insegnato a pregare il Padre NOSTRO…
Fabio – Penso che nell’era dei social e dell’individualismo aumenti il bisogno relazionale e concreto tra le persone. L’incontro del catechismo mensile è agli antipodi dell’esperienza virtuale e fittizia. Ritrovarci fisicamente tra famiglie e ragazzi sullo stesso tavolo, preparare il pranzo insieme e condividerlo, è un’altra pasta, un altro lievito. Un abbraccio reale vale più di 100 emoticons da tastiera.
Andrea – Intendiamoci sul termine preghiera. Ci può stare il momento personale di preghiera utilizzando anche la rete, ma questo non sostituisce l’importante ambito delle relazioni e della comunità. Oggi serve l’esempio, non a parole, ma con i fatti.
Sembrano tempi difficili oggi per la Chiesa, per il papa: in Occidente non ci sono più i numeri di una volta, c’è una specie di balcanizzazione della mente e nelle relazioni anche tra amici e familiari. Quando finirà questo “lutto” per ciò che è andato perso, quando verrà una nuova nascita, una nuova creatività per far rinascere la Chiesa?
Isabella – Dobbiamo aver maggior fede nello Spirito Santo… il vero cambiamento della Chiesa delle origini è nato a Pentecoste …
Fabio – Secondo me bisogna cambiare mentalità. Siamo sempre meno noi cristiani: per questo possiamo essere come lievito che cambia e fa cambiare chi ci sta vicino.
Andrea – Due fatti: 1) siamo tanto bravi a piangerci addosso, a pensare al passato, ma non ci rendiamo conto che alla fine, se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo metterci in gioco noi, non dobbiamo aspettare che siano gli altri a sostituirci. E allora questa catechesi mensile è stata un tentativo di cambiamento attivo; 2) il “lutto” del passato finirà quando la gente comincerà a vivere la fede con gioia. Vedo ancora pochi cristiani felici, anche quando vado a Messa.
Per non morire di prudenza di fronte alle sfide di oggi, quale disciplina e impegno consiglieresti ai più giovani per essere protagonisti, sognare, vivere e scegliere bene, nello spirito del Vaticano II?
Isabella – Mi sembra che i giovani a volte siano intimoriti e titubanti…
Mi vien da dire la raccomandazione di G.Paolo II : “Non abbiate paura!”
Fabio – Cambiare il punto di vista. Essere lievito. Coinvolgere le famiglie.
Andrea – L’esperienza del catechismo mensile familiare è un buon inizio. In questo intravedo un ritorno alle comunità di un tempo, le origini del cristianesimo. Essere coinvolti per un piccolo impegno comunitario si può fare.
Si conoscono i sogni della chiesa, ma soprattutto: tra la gente che incontrate c’è chi racconta quale Chiesa sogna?
Isabella – Mah… si commette sempre l’errore di guardare le cose con occhio critico, di concentrarsi troppo su ciò che non funziona… per sognare occorre invece concentrarsi sul desiderio e sul futuro, guardandolo con gli occhi nuovi di un bambino … è così bello raccontare un sogno ad un amico, condividerlo con chi ti vuol bene…
Fabio – È sempre difficile parlare di Chiesa e questioni legate alla religione. Eppure, grazie al percorso di catechismo familiare ho vissuto dei bei momenti di discussione e di confronto.
Andrea – Ci vogliono momenti costruttivi come questo per raccontare e “sognare”. Penso anche alla catechesi per adulti, ai Quaresimali e alle tante altre proposte della Parrocchia. Personalmente ho partecipato alla catechesi mensile familiare non perché vi fosse un obbligo per il sacramento del figlio, ma perché ho ritenuto quel momento importante per vivere la condivisione e il confronto con altre famiglie in modo attivo.
Il teologo Rinaldo Fabris scriveva che il criterio di valutazione religiosa non è più l’osservanza di un codice o di un complesso di riti, ma lo stile di Dio che Gesù rende attuale e visibile. Allora cosa ci rende acchiappanuvole e nello stesso tempo attuali e visibili come i santi?
Isabella – I Santi sono essenzialmente testimoni, non tanto a parole, ma con i fatti, con le proprie scelte di vita… il cammino di catechesi mensile è una scelta di impegno per tutta la famiglia che arricchisce nello scambio reciproco con altre famiglie … una scelta per la vita, della coppia e dei figli… all’inizio era un sogno, strada facendo abbiamo capito che è una realtà !
Fabio – Perché si è pensato solo adesso alla proposta di un cammino di catechesi familiare? Forse perché è giunto il momento di realizzare quel sogno di vedere più famiglie coinvolte proprio nello stile che Gesù rende attuale e visibile. Incontriamoci tra famiglie in Oratorio.
Andrea – L’esempio, che i genitori offrono, porta alla coerenza e rafforza la fede. Oggi, siamo chiamati ad essere testimoni, e in un certo senso missionari, di un nuovo stile.
Di un altro canto … come Orfeo.