Consiglio Pastorale del 13.11.2018

Verbale di
martedì 13 novembre 2018

Centro Pastorale Parrocchiale

 

Alle ore 20.45, con la preghiera comunitaria s’è dato il via al secondo incontro
dell’Anno Pastorale.

Assenti giustificati: Augusto Paravisi, Giacomo Rocchi.
Assenti: Stefano Oldoni

Don Mario C. apre la serata con il primo tema all’odg “Analisi e valutazione sulla situazione dei migranti in diocesi e nel nostro territorio” affrontato con uno studio svolto da Marco Zucchelli (vedi la presentazione). 

Il tema, sviluppato tralasciando volutamente l’aspetto politico e normativo, si concentra sul significato dell’essere immigrato in un contesto come la nostra CET e la città di Seriate.
Il quadro profilato si basa su un lavoro di raccolta e analisi di dati volto a conoscere chi sono gli immigrati, come vengono percepiti dal mondo ecclesiale e come vengono coinvolti nella partecipazione delle realtà parrocchiali.

Un primo dato che fa riflettere è come si tenda a non chiamare immigrati gli stranieri provenienti da paesi ricchi e neppure benestanti o persone famose provenienti da paesi poveri. Il termine si applica solo agli stranieri classificati come poveri.

Si dovrebbe parlare di immigrazione come di un fenomeno strutturale non di emergenza. 258milioni di migranti nel mondo, il 3,4% del totale della popolazione, non si possono definire a priori un problema.
È radicata nella società la “paura degli stranieri”: noti gli slogan “l’Italia è degli italiani”, “portano via il lavoro agli italiani” insieme alla preoccupazione per l’aumento della spesa sociale e il tema cardine della sicurezza. Non importa se reale o percepita.

La Chiesa di Bergamo sta organizzando degli incontri per affrontare un tema importante come la possibilità di coniugare la sicurezza con la solidarietà. È importante capire lo stretto rapporto che lega la maggior solidarietà alla maggior integrazione tra le quali va mantenuta una stretta sinergia per arrivare a una reale sicurezza e a un controllo sociale.
Meno si sviluppa integrazione, più si sviluppa il fenomeno della clandestinità e quindi dell’insicurezza.

Nell’analisi dei dati e trend annuali per Bergamo e la provincia un dato interessante evidenzia che i residenti a Seriate nel 2017 sono 25mila, una presenza costante immutata da diversi anni. Le famiglie mononucleari sono solo il 33%, dato basso rispetto alla media provinciale, indice interessante che può anche portarci a dire che Seriate ancora un “paese”.

Quale prospettiva di futuro per la nostra città? Seriate sta diventando vecchia. Ci sono 53 persone a carico di ogni 100 che lavorano e ogni 100 giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro ce ne sono 129,8 che stanno per andare in pensione. Siamo una comunità che invecchia, in media con altre realtà provinciali. Anche tra gli stranieri il numero dei figli sta calando.

È importante tener conto di questi dati per una programmazione puntuale di una Pastorale parrocchiale o di un Comune.

A Seriate siamo intorno al 13% di presenza stranieri sulla popolazione residente. Romania, Marocco, Albania sono le principali nazionalità presenze, a seguire Pakistan e Ucraina.

Si sono realizzati dei questionari rivolti alle Parrocchie per capire il grado di conoscenza e della percezione degli stranieri nella CET.
Ne emerge che:

  • i modi e i luoghi per favorire l’integrazione nelle Parrocchie sono: CRE, spazio compiti, inserimento nelle scuole dell’infanzia, sostegno economico (la chiesa di Bergamo ha stanziato fondi per permettere alle famiglie in difficoltà la frequentazione della scuola dell’infanzia), inserimento in attività sportive.
  • l’oratorio rimane il luogo di riferimento per l’integrazione, in cui le attività proposte sono accessibili a tutti i ragazzi. Il 17% a livello diocesano pensa che sia uno spazio aperto a tutti purché non diventi centro di altre religioni.
  • aiuto agli stranieri: l’82% della diocesi pensa che sia importante aiutarli per coerenza con il Vangelo. Diminuisce nella nostra CET al 54%.

I cristiani stranieri praticanti a Seriate sono tra le 500 e 600 persone, nella CET 1400/1600, in Diocesi 17/18 mila, calcolati sulla frequenza alla messa, alla catechesi e ad alcuni sacramenti e in ordine all’inserimento nella vita comunitaria. Dati molto bassi anche per gli italiani.

Allarmante è la presenza di sempre più sette religiose e/o movimenti religiosi alternativi che si rendono attrattivi per gli stranieri perché riescono probabilmente ad intercettare il bisogno religioso che li aiuta a dare realmente senso ad una vita in un altro luogo sociale rispetto a quello di provenienza.

Il tema dell’integrazione passa innanzitutto dall’ambito scolastico. Le scuole rappresentano un modello di integrazione con la presenza diffusa del fenomeno delle classi miste. Dovremmo perciò ragionare sulla seconda e terza generazione, i ragazzi che sono nati e cresciuti qui e già inseriti nella nostra società dal momento che sono più facilmente adattabili alle situazioni nelle quali vivono senza chiedere loro di rinunciare ai tratti civili e morali che li caratterizzano, purché siano rispettosi della cultura del Paese ospitante.

Don Mario C.: come comunità cristiana dovremo provare ad analizzare la realtà sociale, non solo ecclesiale. Non si può tradurre il messaggio del Vangelo e chiedere di applicarlo senza tenere conto anche del contesto reale. C’è una paura del chi non conosco. Si possono aprire confronti con le persone e dibattiti sul tema, approfondire i numeri del fenomeno.

Maria Rizzi e Sandra Rossoni sono concordi nel sostenere che bisogna conoscere le persone prima di averne paura. Di approfondire la realtà come è stato fatto con la ricerca presentata da Marco Z.

Marco Redolfi: siamo condizionati dai fatti riportati dalla stampa che non rappresentano sempre la realtà. Il nostro compito è lavorare perché si conosca la realtà anche attraverso la condivisione di questi dati, almeno nella nostra comunità.
Aggiunge inoltre che domenica 20 gennaio alcuni gruppi famigliari di Seriate proporranno un pranzo condiviso con i ragazzi ospitati al Gleno con una serie di attività previste.

Giovanni Stucchi: bisogna riflettere sull’aspetto della religiosità; in questi anni come Chiesa si è sempre fatta molta solidarietà ma poco incontro religioso. Tanti gli esempi di Papi che da secoli incontrano le altre religioni ma le nostre Parrocchie, i laici quante volte si sono avvicinati e creato occasioni di incontro? Da inserire nel prossimo odg.

Maria Rizzi chiede se attuabile un progetto di accoglienza diffusa. Non è proponibile, risponde Marco Zucchelli, nell’attuale contesto nazionale di riduzioni dei fondi e il bando dalla prefettura non prevede ampliamenti.

Cecilia Morosini: necessità di rieducazione delle coscienze anche nel rapporto lavorativo con lo straniero (es. badanti in nero).

Sandra Rossoni: a Bergamo vengono organizzati dalle ACLI incontri sul tema del confronto e del dialogo interculturale e interreligioso e sui cambiamenti epocali del nostro tempo.


Confronto sulla ipotesi di riorganizzazione delle messe

Andrea Rasmo esprime perplessità nella proposta avanzata di spostare la messa del sabato a Paderno dalle 17.30 alle 18.30 essendo molto partecipata. Opinione condivisa anche da persone da lui interpellate e frequentanti quella celebrazione.

Per don Marco G. sarebbe da pensare un cambiamento radicale, eliminando numericamente le messe e non spostare di mezz’ora gli orari attuali delle celebrazioni sconvolgendo anche le abitudini della comunità per poi, magari, rivederle col passare del tempo. Pensare invece di istituire le messe nell’orario serale/post-cena per capire se sono attrattive e interessanti per la comunità, dopo che sono state eliminate perché poco partecipate.

don Mario nota la diminuzione della presenza di fedeli alla messa delle 6.30, per cui l’ipotesi dell’eliminazione resterebbe confermata. Si mostra invece dubbioso nell’eliminare la messa delle 7 della domenica, più partecipata.

Per don Marcello C. le persone della zona San Giuseppe sarebbero d’accordo di unificare l’orario delle celebrazioni in settimana alle 9 del mattino.

Don Luca sostiene il parere di Andrea Rasmo nel mantenere la messa del sabato alle 17.30 e propone che tutte le messe dal lunedì alla domenica siano alle 17.30 o lasciare, al limite, solo la messa della domenica alle 18.30. Si mostra, invece dubbioso alla proposta della doppia messa del giovedì sia alle 17.30 che dopo cena (20.30).

Don Vladimir proposto nuovo orario per la messa della domenica alle 10.30. I giovani preferiscono l’orario attuale della messa alle 11.30, gli adulti/anziani preferirebbero un orario presto. Domenica approvata dalla comunità la messa delle 20.30 al Buon consiglio. Per la proposta della messa al martedì alle 10 per l’adorazione si teme non ci sia nessuno. Magari pensare di anticiparla alle 7/7.30.

Roberto Valoti riflette sulla possibilità di proporre per la domenica una messa serale dopocena stagionale, per chi approfitta delle gite fuori porta nel periodo estivo e giornate sulla neve invernali.


Radio parrocchiale
La radio parrocchiale sta dando problemi di ricezione nella zona Risveglio. Tecnico interviene in settimana aggiungendo per questa zona un altro ripetitore.


250° anno della parrocchia
È stata inoltrata la richiesta per avere la messa trasmessa dalla Rai e stanno procedendo le pubblicazioni per l’80° del campanile (con l’impegno della Mediazione didattica) , oltre a una, realizzata più avanti, sulle reliquie presenti in Parrocchia. Una mostra e pubblicazione più immediata – a fine anno – sarà quella sulla storia dei campanili curata dall’ASAV. 


Varie ed eventuali

Nelle date 6/13/20 dicembre avrà luogo l’itinerario di formazione per l’Avvento. Lo scambio auguri di Natale tra volontari che hanno collaborato alle feste è previsto per lunedì 17 dicembre alle 20.45 al Teatro Aurora.


L’incontro si conclude alle ore 22.50.

Un pensiero su “Consiglio Pastorale del 13.11.2018

  1. Il fenomeno immigrazione nel mondo è una normalità ma in Italia negli ultimi tre anni è stata una invasione. Tutto questo crea caos disordine e preoccupazione, sopratutto nelle città nei centri cosi-detti di accoglienza con decine e centinaia di immigrati. Ci sono, di conseguenza, anche clandestini che per vivere sono disposti a tutto. In questi posti un po di paura c’è nei residenti. Nel nostro Seriate, sembra tutto normale; i residenti stranieri sono distribuiti nelle case quindi sono dei comuni cittadini che usufruiscono dei servizi sociali che la città mette a disposizione di tutti. A proposito dell’accoglienza: nella nostra comunità abbiamo una perla che brilla; il centro di prima ascolto che io chiamo, il centro della carità dove si distribuisce di tutto. Questa benefica attività va amplificata da tutti noi, non a parole ma concretamente.

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