“Appare a volte avvolta di foschia, magica e bella
ma se il pilota avanza su mari misteriosi è già volata via
tingendosi d’azzurro, color di lontananza”.
Francesco Guccini
Appare anche quest’anno.
La mostra missionaria c’è.
Da domenica 25 ottobre a domenica 1 novembre 2015.
E’ lì! Solito posto, solito ambiente, non solite cose. A noi pare pure bella, color di lontananza e vicinanza. Un intreccio fra lontano e vicino, uno stimolo a porsi domande per cercare soluzioni, uno stile di vita e sapori che sanno di equità e giustizia. Commercio equo e solidale, Altro mercato solidale italiano proveniente da economie carcerarie e da terre liberate dalla mafia, spezie tramite Padre Gian Luigi dal Madagascar.
E gli elaborati dei ragazzi dei due Istituti Comprensivi della città intorno al tema UN GIORNO SENZA FAME, titolo del concorso, tratto dalla poesia di Gianni Rodari “Se io facessi il fornaio”.
Un titolo che apre alla speranza e a cui i ragazzi hanno risposto delineando una società aperta e solidale, che si vuole affacciare alla finestra del mondo non per consumare ma per condividere.
La fame, infatti, continua ad essere la condizione quotidiana di milioni di persone nel nostro pianeta, nonostante il diritto alla alimentazione sia uno dei principi proclamati nel 1948 dalla “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”.
Un’emergenza continua, inaccettabile, pure difficile da comprendere, come ben sa descrive Erri De luca nel suo libro “Alzaia”. “Chi non sa la fame, non sa il cibo. Fame non è vuoto allo stomaco, non è acquolina in bocca, ne’ appetito. Fame è un pieno di sensi e di pensieri accampati intorno a un centro. Fame è vergogna di provarla. Fame è la più offensiva delle mancanze. Fame è il cielo chiuso sulla testa come un coperchio di rame, è il suolo serrato a pugno sotto i piedi. Fame è la stanza in cui i vecchi vengono guardati storti per il cucchiaio di niente che portano alla bocca.”
Anche solo avvicinarsi al problema, ci pone in condizione di allargare gli orizzonti, di guardare con occhi nuovi anche la realtà che ci sta intorno.
All’interno della mostra, sopra un mondo posto al centro, la proposta di un progetto per una mensa in Ecuador: Alegria de vivir.
ALLEGRIA DI VIVERE in UN MONDO SENZA FAME ci pare proprio bello.
Vi aspettiamo!
la terra di missioni, in ogni parte nel mondo è sempre stata la meta di tanti missionari, sia nell’antichità che ai nostri giorni, anche da molte persone della terra bergamasca.
Tuttora abbiamo religiosi e laici vocati a questa attività in varie regioni del mondo al servizio dei più deboli. e sono anche tante le iniziative che si svolgono nella nostra terra a favore delle missioni. ben vengano dunque le mostre missionarie e quant’altro a favore dei missionari. Però nel tempo presente, in questo mondo “moderno”, d’ora in poi avremo bisogno dei missionari anche nelle nostre comunità!!!