“Ah, se potessi rinascere…” è quanto esclamiamo molte volte per pensare e sognare qualcosa di nuovo e diverso nella vita.
Il papà era nato la prima volta a Trafficanti, giusto il tempo per fissare il compleanno e un’origine, cui il nonno teneva molto.
Era nato una seconda volta a Moio e un’altra a Valnegra a dodici anni.
Quella volta aveva una gamba più piccola e da allora aveva una stampella e un bastone.
Nasceva ogni volta che c’era un nuovo traguardo, una nuova passione.
Nasceva in mezzo agli amici, diventava uno di loro.
Era nato in Africa, sul monte Kenia, in Perù sull’Huascaran, all’osteria (come diceva lui) per giocare a scopa e a cotecc, oppure con le bocce in mano.
Era nato sui monti, al tabiot per gli uccelli e con la carabina a caccia di camosci e caprioli, con la canna da pesca, ma anche con la giacca, la cravatta e la camicia rosa con il diploma di cavaliere.
Era nato in mezzo alle autorità, trascinando tutti ad essere amici e consegnava con tanto orgoglio l’Inno alla Vita.
Era nato Rasa nei nostri paesi, ma anche in Romania e in Bulgaria; fra gli alpini e in mezzo ai bambini delle scuole.
Era nato marito e papà, e quella volta non è mai morto.
Si dice che chi non è contento della propria vita è perché non ha guardato abbastanza in alto.
Il papà andava in cima alle montagne per guardare più in alto e nascere tante volte.
Ma si chiamava sempre Egidio.
25 dicembre 1998