Consiglio Pastorale del 10.10.2023

Verbale di
martedì 10 ottobre 2023

Centro Pastorale Parrocchiale

 

Alle ore 20.50, con una preghiera condivisa, è iniziato l’incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale presso la sala Mons. Ferdinando Cortinovis.

Assenti: Maurizio Aiolfi, Francesco Assolari, Giuseppe Bonfanti, Marco Redolfi, Silvana Vavassori, don Marcello e don Vladimir.

Viene approvato il verbale della seduta precedente.

Viene presentato e accolto come nuovo membro del CPaP don Alberto Varinelli, subentrato a don Luca Della Giovanna per la zona Risveglio.

Don Leonardo presenta l’intervento di don Giuliano Zanchi esposto all’Assemblea del Clero del 16 settembre riguardo il sinodo.

  1. Sta per iniziare la fase sapienziale del Sinodo. Questa seconda parte si apre all’interno di un calendario già fitto d’ impegni per la chiesa universale (sinodo, giubileo, anno della preghiera). Questo concentrarsi di molte sollecitazioni porta con sé il rischio di accrescere quello scetticismo che accompagna sempre questi grandi eventi consultivi della chiesa, percepiti come rituali e inconcludenti. Sono sentimenti da capire, ma da incoraggiare fino a un certo punto.

  2. Sono state coinvolte mezzo milione di persone, ma tra loro pochi samaritani, cananei e pagani (“i lontani”). Sono stati ascoltati uomini e donne di sana e robusta costituzione

  3. Si avverte una stanchezza pastorale e siamo esposti alla tentazione della depressione.

  4. Icona di Emmaus: due persone che fanno il sinodo da soli, senza Gesù! Pieni di depressione, lasciano Gerusalemme [NB. luogo della rivelazione] compiacendosi dei bei tempi andati, lamentandosi del presente e chiedendosi di chi è stata la colpa.

  5. Gesù innesca, accende, l’autoanalisi che impedisce la coscienza infelice: non bisogna avere paura dei cambiamenti. Il passato non è una gabbia.

  6. Si sente nella chiesa la mancanza di voci autorevoli e significative. Anzi, il cristianesimo si riconosce marginale, insignificante in ordine alla cultura e in generale al mondo.
  1. Molti, anche tra i preti, cercano “fuori” ciò che non trovano più “dentro” della chiesa.

Le necessità che hanno riportato coloro che sono stati coinvolti nella prima fase dell’ascolto:

  • Parole vere: Non si tratta di dire meglio cose vecchie, ma di comprendere cose fondamentali, evitando la riduzione cristiana operata da un’infantilizzazione catechistica. Ciò vale anche per la liturgia che non “parla più” alla vita.
  • Relazioni autentiche: Si sente la necessità di relazioni fraterne vere, dove la parità dei sessi sia agita e non solo sperata. Relazioni non meramente gerarchiche, ma fraterne. La chiesa è una casa e non una caserma. C’è un pensiero affettuoso circa la condizione umana dei preti che sollecita riflessioni sulla forma del loro ministero.
  • Strutture umanizzanti: Le strutture che hanno dato forma alla chiesa in passato, ora la schiacciano, con costi umani inaccettabili. Serve una riflessione patrimoniale, economica e strutturale seria, che non si basi su un senso generico e banale di povertà.
  1. Il Sinodo sulla sinodalità intende abilitare la Chiesa a rendere strutturale la conversazione nello Spirito. Da qui il criterio sapienziale… Il sinodo va fatto insieme, ma soprattutto insieme a Gesù (non si tratterà di votare democraticamente per cui alla fine ci si conta e si vota).
  1. Questo non è il tempo della resistenza al male [pessimismo], ma della fedeltà al vangelo, che non è testardaggine religiosa Questo è il tempo che Dio ci ha dato per essere fedeli!

  2. é un tempo favorevole per ospitare l’altro (le cose diverse…) e per attuare con creatività forme nuove, inventando anche nuovi spazi per essere accolti e ospitati dal Signore.
  3. NON è QUESTO IL TEMPO PER FARE I DEPRESSI

Conclusa la relazione di don Leonardo, don Mario presenta la lettera circolare del Vescovo Francesco per questo anno pastorale dal titolo “Servire la vita, servirla insieme”.
Il Vescovo è ormai a metà della Visita Pastorale che noi vivremo a maggio e nella lettera riconosce la presenza del Signore nelle Comunità finora visitate e cerca di ravvivare questa presenza con la sua azione pastorale, esprimendo la propria gratitudine. Vede come le Parrocchie, anche le più piccole, siano un Segno per le comunità, toccano nella società la voglia di condivisione e fraternità.

Il parroco riprende alcune domande presenti nella lettera utili a verificare la nostra vita parrocchiale:

  • Quanto cresciamo in fraternità in ciascuna delle attività parrocchiali?
  • Adottiamo questo criterio come misura della loro sensatezza?
  • L’accoglienza che offriamo è la rappresentazione di un valore evangelico o semplicemente la passiva e a volte subita risposta a bisogni di varia natura?
  • La premura per i più deboli è semplicemente assistenziale o li riconosce come significativa presenza evangelica che dà forma alla comunità?
  • La proposta della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti, e particolarmente dell’Eucaristia domenicale, le opere, le attività e gli eventi sostenuti e promossi dalla parrocchia si intrecciano con la vita delle persone e le raggiungono nel profondo?
  • Siamo capaci di esercitare il criterio del “riconoscimento” della presenza e dell’azione del Signore e del suo Spirito e di restituirlo con narrazioni nutrite dalla speranza che ne scaturisce?
  • Quali tentativi e quali scelte possono corrispondere a questi interrogativi e con quali modalità possiamo individuarle e attuarle?

La lettera presenta poi il cambio di prospettiva delle CET, le novità che si prospettano per il prossimo quinquennio, sono sostanzialmente due:

  • l’identificazione nella figura del Vicario Territoriale e nel Consiglio pastorale territoriale dei soggetti promotori le finalità della Comunità Ecclesiale Territoriale;
  • la sinergia di tutte le dimensioni della vita ecclesiale e della sua missione sul territorio nella figura della Comunità Ecclesiale Territoriale, mantenendo ferma e chiara la scelta fondamentale delle “Terre Esistenziali”, che pure saranno riorganizzate.

Questa revisione richiede di essere sostenuta da alcuni criteri ispiratori:

  • Il criterio Pasquale
  • Il criterio del riconoscimento del Risorto
  • Il criterio della sinodalità
  • Il criterio dell’inculturazione
  • Il criterio dell’unione dinamica tra contemplazione e azione

 La lettera circolare conclude presentando le Linee guida per questa seconda fase “Sapienziale” del cammino sinodale, alla luce delle sintesi che ogni Diocesi ha presentato. Per le loro caratteristiche possono essere immaginate come delle “costellazioni” e ne sono state individuate cinque:

  • la missione secondo lo stile di prossimità;
  • il linguaggio e la comunicazione;
  • la formazione alla fede e alla vita;
  • la sinodalità e la corresponsabilità;
  • il cambiamento delle strutture.

Terminata la presentazione, don Mario apre alla condivisione.

Federico Manzoni cita il sociologo Garelli nella sua ultima ricerca sulla vita della Chiesa in cui evidenzia come i numeri dei fedeli calino sempre. Federico invita a cambiare lo sguardo, ad avere sulla storia non gli occhi del sociologo ma di Gesù: Cristo non badava ai numeri ma ad essere a sevizio. Si deve operare nella Parrocchia non per aumentare i fedeli, ma perché è bello stare a servizio come Gesù e con Gesù. Nel brano di Emmaus, i discepoli “speravano” in un Regno sbagliato e ne restano delusi e scandalizzati. Dobbiamo chiederci cosa vuole il Signore, non noi, oggi!

Marco Zucchelli rileva come una parola chiave delle due relazioni ascoltate sia “segno”: siamo invitati a ripensare i segni di speranza. Quali segni significativi di speranza pone oggi la nostra Parrocchia? Non dobbiamo diminuire i segni perché siamo in pochi e non riusciamo più, ma rivedere il senso di questi segni. Dai segni si deve poi passare ai servizi e riflettere su cosa sia la “responsabilità laicale”.
Nota poi come si parli poco del tema della Giustizia: chiediamoci cosa è giusto per l’uomo d’oggi.
Chiede infine che si svolga un bel lavoro di accompagnamento intorno al Sinodo e ritiene opportuno, vista la dimensione della nostra parrocchia, che ci siano figure di riferimento nelle Terre Esistenziale delle CET.

Cecilia Morosini rilegge una frase: “questo è il tempo che Gesù ci ha dato per essere fedeli”. Nell’impostazione del lavoro del Sinodo dobbiamo tenere lo sguardo di Gesù sulla vita, sulla concretezza.

Maria Rizzi sottolinea come i discepoli di Emmaus facciano ritorno “senza indugio” a Gerusalemme. Anche noi non dobbiamo indugiare, dobbiamo accenderci di più per essere segni luminosi per le nuove generazioni.

Roberto Valoti nota come a volte si facciano delle belle riflessioni nel CPaP a cui non segue l’agire “senza indugio”.

Bernad Perlman sostiene che non dobbiamo lasciare soli i sacerdoti ma servono persone di buon esempio che si impegnino nella comunità. Dobbiamo riattivarci per dare più carburante alla nostra parrocchia.

Don Mario ritiene necessario riposizionare la lettura della serata per guardare la nostra Parrocchia con occhi nuovi, guardare la realtà per quella che è. Le cresime appena celebrate, ci mostrano uno spaccato desolante dei nostri giovani: alcuni non ricordano l’Ave Maria, altri è anni che non si confessano o addirittura non vanno in chiesa. Il mondo lo salva il Signore, ma su questa nostra realtà cosa possiamo fare? Da un lato c’è l’ispirazione che ci viene dal Vescovo e dal Sinodo, dall’altro c’è la nostra realtà.

In conclusione presenta alcune tappe del cammino del CPaP di questo anno:

  • 14 novembre: incontro in cui cercheremo di definire cosa vogliamo comunicare al Vescovo durante la sua visita
  • Avvento: catechesi adulti “Sinodi e scelte sinodali”
  • 9 gennaio: presentazione di quello che vorremo dire al Vescovo
  • Quaresima: catechesi adulti “Annuncio e fede dentro “luoghi” e “segni”… simbolici”
  • Maggio: visita pastorale del Vescovo Francesco

Vivremo poi alcuni incontri diocesani importanti con il Vescovo nella nostra CET:

  • 16 aprile: veglia per le vocazioni
  • 1 maggio: messa per il mondo del lavoro
  • 18 maggio: veglia di Pentecoste
  • 30 maggio: Corpus Domini

A settembre 2024 dovremo ripensare il CPaP alla luce delle nuove indicazioni.

Terminati i punti all’ordine del giorno, alle ore 22.30 la seduta è sciolta.

Questo articolo è stato pubblicato in PASTORALE da Matteo Vitali . Aggiungi il permalink ai segnalibri.