Verbale di
martedì 10 marzo 2018
Centro Pastorale Parrocchiale
Alle ore 20.45, con la preghiera allo Spirito Santo s’è dato il via al quarto incontro dell’Anno Pastorale.
Assenti: Stefano Oldoni, Marco Redolfi, Augusto Paravisi, Alessandra Rossoni, Marco Zucchelli.
Don Mario C. apre la serata con una considerazione inerente alla notevole partecipazione riscontrata durante la serata di presentazione del nuovo progetto catechesi, tenutasi il 21 marzo davanti a circa 370 persone. Interessante scambio di opinioni e di domande; nessuna obiezione pervenuta in merito al progetto globale, qualche interrogativo per la fase organizzativa sulla scelta di giorni e orari. Prevista una seconda serata mercoledì 11 aprile per permettere la partecipazione dei genitori che sono stati impossibilitati a partecipare alla prima. Due scelte di orari fatte per la catechesi in formula quindicinale, fissando gli incontri nei giorni in cui non sono previsti pomeriggi scolastici. Per ogni zona si è scelto un giorno diverso per ampliare la scelta e facilitare l’adesione. Il tutto è in fase esplorativa in attesa delle adesioni e valutare nel complesso le soluzioni più efficaci.
Procede la fase formativa dei catechisti.
Giovanni Stucchi solleva, in qualità di portavoce dei genitori della zona Risveglio e della scuola Cerioli, l’impossibilità di partecipare alla catechesi del venerdì alle ore 15 a Paderno per i bambini della Cerioli che terminano le lezioni alle 16. Don Mario C. risponde che la scelta di giorni e orari è un progetto in divenire e sarà finalizzato una volta ricevute tutte le segnalazioni in merito. Don Marco ricorda che il modulo di adesione ricevuto dalle famiglie può considerarsi una “pre-iscrizione” che sollevi eventuali problematiche volte a definire ancora meglio il calendario.
Al secondo punto dell’o.d.g. confronto e considerazioni sui CET presentati dal Vescovo Francesco la sera del 14 marzo. Luigi Chiodini si dice deluso dall’incontro perché si è poco approfondito il discorso sui CET, cosa rappresentano e quale sia la direzione da prendere in concreto. D’accordo Silvana Vavassori.
Ottavio Alfieri espone il proprio dubbio che non ci siano le idee chiare a riguardo e bisognerebbe approfondire i contenuti, capire i ruoli e cosa il Vescovo si aspetta da ciascuno.
Don Mario C. spiega che si è davanti ad un tentativo di ripensare la Pastorale perché si avverte che qualcosa non funziona. Quello delle CET non è una correzione di tiro rispetto al Vicariato ma è un’impostazione del tutto nuova. Da un lato i 28 Vicariati diventeranno 13 Comunità ecclesiali Territoriali (CET). La seconda novità sono le Fraternità Sacerdotali. Sarà un macro vicariato territoriale con le fraternità sacerdotali al suo interno, con l’intento di far collaborare un po’ di più tra loro i sacerdoti provenienti da diverse realtà parrocchiali anche con un’ipotizzata condivisione di diversi momenti di vita comunitaria.
Il fine delle CET è cercare di creare un rapporto tra la Comunità cristiana (le varie parrocchie che compongono la CET) e il Territorio definito come Terre Esistenziali, i luoghi di vita. Un tempo erano molto collegate tra loro, tutta la realtà civile e sociale gravitava intorno alle Parrocchie, ora non dialogano più così facilmente.
L’idea che sta alle base è vedere le Terre Esistenziali come mondi vitali dove le persone vivono e operano; è qui che si inserisce l’opera dei laici che con le loro competenze nelle Terre Esistenziali instaurano un dialogo, nella speranza di aiutare le realtà civili a ritrovare senso e significati per il loro vissuto. Si tratta di creare ponti, fare mediazione culturale dentro le Terre Esistenziali alla luce del Vangelo, mediante il dialogo con queste realtà che non condividono necessariamente il progetto cristiano.
C’è l’esigenza di identificare, all’interno della CET, un gruppo per ciascuna Terra Esistenziale coordinato da un responsabile che lavori per ciascun ambito territoriale andandone a studiare la realtà, fino ad arrivare a determinare delle iniziative specifiche per ciascuno.
Secondo indicazione del Vescovo si andrà a riposizionare la Pastorale seguendo le attenzioni che emergeranno da questi cinque gruppi di lavoro.
Ogni responsabile della CET, per la nostra sarà don Mario C., andrà a coordinare i cinque gruppi di lavoro. Ci sarà anche da costituire un Consiglio Pastorale di CET (formato da 5 responsabili dei 5 gruppi, alcuni Parroci e laici dei CPaP) che farà da riferimento per tutte le parrocchie.
Le Terre Esistenziali sono 5:
- Amore e relazioni: la realtà della vita familiare cercando di portarla fuori dall’ottica oggi dominante della privatizzazione. Le famiglie di oggi sono sempre più individualiste e sempre meno partecipi alle dinamiche comunitarie, prive di punti di riferimento, afflitte da problemi destabilizzanti come relazioni virtuali, fragilità, grandi mutazioni antropologiche.
- Ambito del lavoro e festa: strettamente correlati tra loro. Segni positivi dati dalla nascita dei Contratti solidarietà. Una riflessione necessaria sul significato del lavoro nel giorno della domenica e delle festività. Bisogna cercare il senso del lavoro rispetto alla festa, il significato del tempo di riposo in un contesto di dinamiche sociali mutate negli anni. Il significato della ricerca del divertimento, prettamente notturno, dei giovani.
- Fragilità umana: tema della fragilità fisica, della malattia, immigrazione emarginazione, il senso di solitudine, di disorientamento, culture e lingue diverse.
- Tradizioni ed educazione: educazione e comunicazione. Fatica del dialogo intergenerazionale. La tradizione si assume l’urgenza di valorizzare e farsi carico delle domande e delle attese di oggi, in special modo delle giovani generazioni.
- Cittadinanza e politica: comprende la politica, il sociale, il volontariato.
Fra questi ambiti vi sono confini che si intersecano e ogni gruppo delle CET è chiamato a capire cosa succede sul suo territorio, quali siano le caratteristiche e quali le esigenze. Tempistiche: prevista per l’estate la definizione dei gruppi. Per la costituzione delle fraternità si aspetterà ottobre/novembre. Entro dicembre per la costituzione del Consiglio Pastorale della CET.
Mons. Giulio Della Vite specifica che le 5 Terre Esistenziali sono il risultato di una linea data dalla CEI, sono i 5 ambiti del Convegno Ecclesiale di Verona. Rimane una linea comune che si sta portando avanti in tutta la Chiesa italiana.
Secondo Ottavio Alfieri resta difficile il come interfacciarci con la realtà sociale.
Giacomo Rocchi: l’organizzazione illustrata appare un po’ troppo articolata.
Federico Manzoni: non dobbiamo mettere la testa sull’organizzazione o sul cosa fare ma sul perché e come farlo. Sono cambiati i tempi e le relazioni tra persone e Parrocchie. Si tratta di reinventare il cristianesimo per realtà che non sono più quelle di un tempo, adeguandoci al tempo attuale. Lo sforzo è innescare dei processi all’interno di un ambito organizzativo più vasto, per capire la realtà che abbiamo di fronte.
Ottavio Alfieri: è un’opportunità straordinaria confrontarci con una realtà interlocutrice che non è per forza credente. Bisognerà far valere dei principi universali tipici del cristianesimo che posso essere condivisibili anche in un mondo lontano dal cristianesimo.
Cecilia Morosini: si tratta di creare delle comunità che sappiano testimoniare in modo incisivo ma senza imporre. È necessario mantenere un atteggiamento di studio e di proposta in un dialogo aperto a tutti.
Don Mario C: opportunità che affascina perché si tratta di affrontare il nuovo. Non bisogna avere fretta ma bisogna capire che certe Terre, la Chiesa non le ha mai frequentate né vissute direttamente. Ciò che conta è capire come dialogare, quando e come seminare. È un rischio, ma affascina il non avere confini né limiti. C’è la paura di vivere un cambio radicale, nel voler coinvolgere i laici in questa missione in un momento storico come questo in cui anche i laici sono meno e meno coinvolti di prima nelle attività parrocchiali.
Si riprenderà il discorso con lo statuto della CET anche in prossimi incontri.
Comunicazioni generali del Parroco: l’equipe educativa dell’oratorio sta incontrando una serie di realtà e chiede di incontrare il CPaP. Da mettere all’o.d.g. nel prossimo incontro del CPaP l’intervento dell’equipe.
Nella prospettiva di dare un segno all’ambito giovanile sono iniziati i lavori in oratorio per la sistemazione di 2/3 campi. Rifacimento righe nel campo di pallacanestro, il sintetico rifatto completamente (sarà usato prevalentemente dalle società e da chi affitterà il campo), infine, un sintetico ridotto utilizzabile liberamente soprattutto da parte dei ragazzi. Gli interventi sono possibili grazie alle entrate di un gruppo di partner privati, al Comune e tramite una nuova iniziativa “la zolla della nonna”.
Ricorrenza dei 250 anni dalla posa della prima pietra della Chiesa Parrocchiale: l’anno prossimo cade il 250esimo dalla posa della prima pietra della nostra Parrocchia. Pensare a cosa organizzare per riflettere sulla realtà della chiesa, mediante un evento che potrebbe essere fatto nell’ambito della Pastorale.
Nel prossimo incontro del CPaP da mettere di nuovo all’o.d.g. questo punto per confrontarci sulle idee che nascono a riguardo.
Varie ed eventuali: tema messe parrocchiali. Alcune messe sono in calo di frequentazioni (es. 6.30 di mattina in Parrocchia): si può pensare a nuovi orari? Va fatta una riflessione e si dà mandato a un gruppo (Giacomo Rocchi, Giorgio Triboulet, Elisa Meloni e Maria Rizzi) per iniziare a valutare il tutto.
Altro tema per il prossimo incontro del CPaP: Radio Parrocchiale per gli ammalati.
L’incontro si conclude intorno alle ore 22.30.
secondo me’ la catechesi x anno prossimo non ha bisogno di variazioni, credo che non sia ” un ora e mezza dove parcheggiare i bambini ” o un ” contenitore tutto compreso” e cosi sono a posto…….riguardo il vicariato, sono d’accordo con il Vescovo. per le messe, forse, se si vuole togliere quella delle 6.30, si potrebbe farne una sola alle 7.30 che raccoglie i partecipanti delle 6.30 e delle 8 grazie per lo spazio .Mariuccia Fioroni