In vista del rinnovo del Consiglio pastorale parrocchiale proponiamo alcune riflessioni sulla natura del Consiglio e sui suoi collegamenti con altri organismi pastorali.
- Nello Statuto, prima ancora del primo articolo, si afferma che il Consiglio pastorale parrocchiale è un organismo obbligatorio per ogni parrocchia, come il Consiglio per gli Affari Economici.
Il Consiglio pastorale è ritenuto obbligatorio, perché è rilevante nella determinazione della linea pastorale, quella conciliare, che ogni parrocchia è tenuta a tradurre. Lo fa attivando una partecipazione responsabile di tutti i battezzati che possono così vivere la loro dimensione sacerdotale.
Il CPAE è fondato sulle stesse ragioni, anche se applicate all’economia.
- Il Consiglio è allora voluto per permettere e favorire:
- la collaborazione dei fedeli (con i sacerdoti e fra di loro)
- il segno della fraternità e della comunione (fra tutti i battezzati)
- la corresponsabilità dei credenti (che servono la comunità).
Il Consiglio pastorale riflette e coordina le varie realtà pastorali ed è la voce ufficiale della programmazione, sollecitazione e verifica della comunità intera.
Usando una similitudine con le Istituzioni civili si potrebbe dire che il Consiglio pastorale è il Parlamento della Parrocchia, eletto per rappresentare il popolo e per questo costituito non per libera aggregazione ma per elezione.
Il primo compito dei Parlamentari è rappresentare il “sentire” delle persone e degli organismi e far pervenire la loro voce in Parlamento. Dall’ascolto dovrebbe scaturire la direzione da prendere e l’organizzazione necessaria per attuarla.
I membri del Consiglio Pastorale, come i ministri eletti, sono chiamati a far incrociare la realtà con le teorizzazioni, per arrivare all’organizzazione.
Per questo il Consiglio pastorale non può operare se non viene sostenuto da “commissioni-organismi”, anche operativi, che lo sollecitano e lo animano.
Per questo possiamo dire che il rapporto fra il Consiglio e le altre realtà pastorali è come il respiro che è fondato su un costante interscambio.
- Il Consiglio è consultivo in quanto la responsabilità ultima della pastorale spetta sempre al parroco. Le sue determinazioni pastorali però – se espresse a larga maggioranza – sono impegnative per il parroco, smentibili solo per gravi ragioni.
Il Consiglio è consultivo perché è il parroco a dover rispondere al Vescovo, che l’ha scelto come guida, del cammino della comunità.
Lo Statuto ricorda che le indicazioni della maggioranza sono fortemente vincolanti per il parroco, pur lasciandogli la possibilità onerosa di prendere alcune importanti decisioni.
- Compiti del Consiglio:
– favorire l’unità attorno all’eucaristia, unita alla testimonianza della carità
– elaborare e aggiornare il piano/programma pastorale
– promuovere, sostenere, coordinare tutta l’azione pastorale della parrocchia in armonia col progetto diocesano e vicariale
– favorire il confronto e la comunione fra associazioni, movimenti e gruppi
– elaborare e fornire al CPAE i criteri pastorali della gestione dei beni.
Fra i compiti del Consiglio pastorale c’è quello di elaborare il piano-programma pastorale, in sintonia con gli intenti della diocesi: attraverso questa sua funzione il Consiglio dà l’opportunità ai fedeli di aprire gli orizzonti a dimensioni più ampie, quelle della Chiesa diocesana e universale, aiutandoli ad uscire dall’isolamento – spesso campanilistico – che è una tentazione di molte comunità.
Coordinare non è solo confrontare le iniziative o evitare di sovrapporre delle date, ma è l’impegno di trovare sintonie, individuare occasioni di confronto, operare momenti di verifica.
Uno dei compiti importanti del Consiglio pastorale riguarda la sua relazione collaborativa con il Consiglio per gli Affari Economici. E’ infatti il Consiglio pastorale a dover decidere le priorità da sostenere. Spetterà al Consiglio per gli Affari economici valutare la fattibilità economica delle scelte ipotizzate e cercare di individuare le risorse necessarie.
Il Consiglio pastorale, in sintonia col CPAE, è chiamato a un ruolo di orientamento-vigilanza nei confronti di altri organismi parrocchiali che pure rimangono autonomi (ad es. le scelte delle risorse educative e strutturali dell’Equipe dell’oratorio: il Parlamento dei giovani).
- Composizione del Consiglio pastorale.
E’ composto da maggiorenni, che abbiano completato l’iniziazione cristiana, residenti in parrocchia, e in comunione con la Chiesa.
In particolare:
– dal Parroco e dai vicari parrocchiali e sacerdoti residenti
– da un membro del CPAE
– da alcune rappresentanti delle comunità di vita consacrata
– da membri scelti dai gruppi e dalle associazioni
– dai membri eletti dalla comunità
– da alcune persone nominate dal parroco.
La durata del Consiglio è di 5 anni.
E’ evidente che oltre alla maggiore età, alle persone eleggibili è richiesta l’adesione convinta al progetto cristiano e una sintonia con la comunità cristiana e i suoi intenti.
- Le elezioni avranno le seguenti tappe:
– si potranno suggerire i nomi delle persone che potrebbero formare la lista dei candidati: domenica 12 e 19 novembre
– ci saranno le votazioni, per scegliere fra i vari candidati – preventivamente sentiti per verificare la loro disponibilità – che saranno domenica 3 e 10 dicembre
– verranno individuate, nelle medesime settimane, le persone facenti parte del Consiglio per diritto e quelle scelte dal parroco
– domenica 17 dicembre, nelle varie celebrazioni, ci sarà la proclamazione degli eletti.
Il rinnovo avviene per permettere un adeguato ricambio dei componenti del Consiglio, altrimenti segnato dal rischio di vedere impegnate sempre le stesse persone.
Ok, è il cammino di ogni comunità parrocchiale in stretta sintonia con l’ordinario diocesano; quindi con la chiesa di Dio.