Consiglio Pastorale del 12.03.2019

Verbale di
martedì 12 marzo 2019

Centro Pastorale Parrocchiale

 

Alle ore 20.50, con la preghiera comunitaria s’è dato il via all’incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale.


Assenti giustificati: Francesco Assolari, Davide Camozzi, Luigi Chiodini, Antonio Gusmaroli, Federico Manzoni, Elisa Meloni, Stefano Oldoni, Augusto Paravisi, Alida Carsana, le rappresentanti delle suore Sacra Famiglia.


Con l’approvazione del verbale precedente, il parroco, don Mario C. presenta i punti all’odg:

  1. a) Bozza dello statuto del centro di primo ascolto (CPAeC Parrocchiale di Seriate);
  2. b) Annotazioni sul percorso della Quaresima;
  3. c) Pubblicazioni per il mo anniversario della Parrocchia;
  4. d) Proposte per il prossimo incontro.


A) Bozza dello statuto del centro di primo ascolto (CPAeC Parrocchiale di Seriate)

Il parroco cede la parola a don Luca Della Giovanna che espone lo statuto del CPAeC con riferimenti storici e statistici, articolandoli nelle complesse e difficili dinamiche e sfide del presente . Lo statuto, dice don Luca, “raccoglie una storia , dei pensieri che le persone di volta in volta si sono dati per fare in modo che questa esperienza possa essere sensata, davvero espressione della carità”.

Nella presentazione del documento si evidenziano in sintesi questi passaggi:

1 – La finalità del CPAeC è di farsi strumento prezioso per rendere visibile l’attenzione e la sollecitudine verso i poveri dove si muove sia una pastorale tra i poveri, sia una pastorale tra i volontari. Tutto ciò è un segno-servizio della comunità cristiana parrocchiale.

2 – Le modalità del  CPAeC servono principalmente per avvicinare e ascoltare le persone in difficoltà; poi promuovere, responsabilizzare, ridare dignità attraverso progetti di aiuto personalizzati; infine, accompagnare la persona nel processo di liberazione progressivo dalle cause del proprio disagio.

3 – Le relazioni, la sensibilizzazione e l’informazione interessano le ricadute benefiche di questo lavoro nello stimolare la società civile alla corresponsabilità.

4- Lo studio della descrizione dei destinatari fa emergere il fattore di povertà tra gli italiani.

5 – La figura del presidente del CPAeC è il parroco, in quanto rappresenta nella sua persona la comunità che vive della carità. Da settembre ha delegato don Luca.

6- Le figure del laico e del coordinatore emergono qui più che in altri ambiti ed hanno un compito di responsabilità. Il coordinatore dura in carica 5 anni e può essere riconfermato una seconda volta.

7- La tesoreria è un organo con compiti suddivisi tra l’addetto al controllo dei movimenti del conto corrente della cassa, tra il parroco che ne è responsabile e un detentore delegato per eventuali prelievi e versamenti.

8 – La struttura è rappresentata dall’équipe che garantisce l’unità di intenti anche nell’alternarsi delle persone che ne fanno parte.

9- L’operatività dei volontari prevede l’ascolto; il legame con i servizi sociali; l’approvvigionamento di viveri, abiti e farmaci; la distribuzione; la logistica; normative e relazioni esterne.

10 – Tra le normative del CPAeC possiamo menzionare :

  1. a) la residenza, in quanto chi fa richiesta di aiuto deve essere residente nel comune di Seriate, salvo casi eccezionali;
  2. b) i colloqui da sostenere periodicamente;
  3. c) i documenti: carta d’identità, permesso di soggiorno, dichiarazione di disponibilità al lavoro, ultimo Cud, ultima busta paga, contratto d’affitto o mutuo, certificato ISEE aggiornato, l’estratto conto bancario o postale

11 – L’iter prevede di analizzare la situazione del richiedente; stabilire la possibilità di erogare l’aiuto; la compilazione fino all’apertura di un progetto. La percezione distorta del “basta che uno vada là (alla Caritas) e gli danno da mangiare indistintamente” va corretta con la realtà dei fatti. Per essere ammessi al progetto l’ISEE non si deve superare 7500 euro. Se l’isee non supera quota 5000 euro agli aiuti sopracitati  si aggiunge un buono spesa mensile da 15 – 20 euro. È prevista la possibilità di erogare microcrediti per il pagamento di bollette o altre spese che verranno valutate insieme all’équipe. Passati i sei mesi dall’inizio del progetto si analizza nuovamente la situazione famigliare e si decide se continuare o interrompere lo stesso progetto.

12 -Attualmente gli sportelli del CPAeC sono operativi in due sedi: a) zona Luce, in via Ca’ del Fabbro, martedì mattina e giovedì pomeriggio, mentre il mercoledì c’è solo lo sportello dell’ascolto; b) in zona Risveglio, dove la sede è attiva ogni venerdì dalle 9 alle 12 per la distribuzione.

Al termine dell’esposizione dello statuto del CPAeC interviene Bernard Perlman chiedendo i numeri delle persone assistite.

Risponde Sandro Fadini (coordinatore del CPAeC) dicendo che nel 2018 sono stati assistiti 103 famiglie di Seriate, 28 delle quali di nazionalità italiana. Queste 28 famiglie si sono raddoppiate rispetto all’anno precedente, mentre le persone extracomunitarie sono pressoché stabili. In totale le persone assistite durante tutto l’anno sono state 420. Le persone ascoltate sono state circa 1500. La movimentazione di denaro ammontava di 50 mila euro comprendendo alimenti e tutto il resto: 30 mila euro riguardavano gli alimenti e 20 mila coprivano i buoni spesa, microcrediti, farmaci ed altro. Sandro Fadini aggiunge che è in fase di produzione per la prima volta un bilancio ufficiale. Termina raccontando con episodi accaduti di come questa esperienza gli abbia fatto toccare con mano la Provvidenza.

Il parroco, don Mario C., porge l’attenzione sul punto “dolens” della Caritas per ogni comunità parrocchiale che assume il volto del centro di primo ascolto ma che dovrebbe ragionare su tutta la carità della parrocchia. Purtroppo sono poche ormai le organizzazioni (Unitalsi, San Vincenzo ) e si stanno “prosciugando” come è avvenuto per il gruppo missionario.

Alla domanda quanti siano i volontari e se siano sufficienti, Sandro Fadini risponde che i volontari sono 26, sono sufficienti ma non si chiude la porta a nuovi ingressi, come si faceva in passato.

Prende, poi, la parola Marco Zucchelli per alcune osservazioni e suggerimenti sulla base della propria esperienza in quanto responsabile del cento di ascolto della Caritas diocesana:

1- La prima questione riguarda l’uso del termine “statuto”. Per motivi di significato, di scelta giuridica e in allineamento con gli altri 73 centri di ascolto per 240 parrocchie nella diocesi (7000 famiglie avvicinate e ascoltate), suggerisce il termine “linee guida” per il centro di primo ascolto di Seriate.

2 – Dal punto di vista formale distinguerebbe le linee guida dal regolamento per la semplice ragione che le linee guida non si cambiano tutti i gli anni mentre il regolamento si può cambiare. Nell’esposizione avvenuta, infatti, si nota come alcune linee guida siano in realtà aspetti del regolamento.

3 – Altra questione, sulla base di note previste dal Sinodo diocesano per chiarire il fine precipuo dei centri di ascolto, è la distinzione tra l’ascolto (cuore del centro di ascolto) dagli altri temi riguardanti la distribuzione e l’aiuto.

4 – Nelle linee guida dei centri di ascolto della diocesi si fa riferimento alla relazionalità. A tale proposito, Marco Zucchelli puntualizza che in questo contesto si dovrebbe fare attenzione a non chiamare le persone “utenti” per non collocarsi come strumenti di pura distribuzione commerciale. Sono persone. Chi viene al centro d’ascolto è una persona, non è un utente.

5 -Ultimo suggerimento è quello di non esagerare con i formalismi a riguardo dell’ISEE o del reddito di cittadinanza in virtù della centralità della persona e per non rischiare di diventare un “ufficio distaccato del comune”.

La conclusione di Marco Zucchelli è che a Seriate manca la Caritas. Si ricollega a quanto detto da don Mario C. e nel porre la questione “A chi restituisce il grande lavoro un centro di ascolto?” propone il metodo della Caritas diocesana: “La Caritas è il luogo pastorale che mi deve dire di cosa la mia comunità ha bisogno perché cresca in solidarietà”. Concretamente, il prossimo anno pastorale potrebbe diventare l’anno per rilanciare questo luogo pastorale, senza il quale non si ha il polso dei cambiamenti che esistono nelle povertà. Esemplificando, oggi, i centri di ascolto stanno ragionando non sui poveri che vengono ma su quelli che non vengono. Si pensi anche solo alla realtà dei molti anziani.

Anche il parroco don Mario C. sostiene la necessità del passaggio inserendo quanto detto su regolamento e linee guida. Anche per lui il problema Caritas è esattamente quello di capire perché non nasce. Sostiene che da cinque anni si sta provando in questa direzione tentando di coinvolgere attorno ad un tavolo tutti quelli che operano nell’ambito della carità. Nel frattempo la soluzione è quella di un organismo intermedio. Anche per lui, raccontando di esperienze conflittuali riscontrate in altri centri di primo ascolto, per una maggiore tutela per chi vi opera, si fanno necessari, appunto, linee guida e regolamenti.

Marco Zucchelli interviene a favore di una progettualità per la Caritas a Seriate che tenga conto : a) di un percorso ancora prima di partire; b) di una sede e almeno una quindicina di persona; c) dell’équipe che è il cuore del progetto, come era stato espresso dal parroco.

Sandro Fadini parla dell’attuale équipe che si riunisce tre giorni alla settimana.

Anche Cecilia Morosini sottolinea come si abbia, da anni, puntato alla collaborazione e condivisione, strutturando una équipe molto affiatata.

La conferma di questo affiatamento viene anche dal parroco, don Mario C., a riprova di quanto sia importante che debba essere la comunità a prendersi in carico la persona.

Ancora Cecilia Morosini interviene sulle “direttive ma con elasticità” intendendo che non si può prevaricare la persona e la sua storia, semmai servono per disincentivare le furbizie.

Su questo tema il parroco don Mario C. cita di una “furbizia” avvenuta in un CRE di Bergamo.

Don Vladimir, nel suo intervento, chiede chiarimenti sui tempi di rinnovamento per l’incarico del coordinatore (due volte ogni cinque anni) e una maggiore libertà decisionale da parte dell’équipe.

Don Luca Della Giovanna introduce due nuovi progetti maturati all’interno dell’équipe dopo una lettura sulle nuove povertà.

Il progetto che riguarda il lavoro viene presentato da Pierangelo Algeri.

Operativo dal giugno dello scorso anno il progetto lavoro ha come prima azione l’ascolto. Nello specifico si compila una scheda personale per ottenere una lettura della situazione. Non si promette un lavoro, ma si offrono indicazioni, contatti, suggerimenti di enti e sportelli preposti alla ricerca mirata di una occupazione.

In questi primi mesi sono stati assistiti 14 italiani, di cui 2 hanno trovato lavoro; 39 stranieri di cui 5 hanno trovato lavoro. Altrettanto hanno fatto 18 persone che si sono rivolte alla Caritas per chiedere lavoro senza volere il progetto e 3 hanno trovato lavoro. In totale una decina su 70 richieste in questo breve periodo hanno trovato lavoro. Si collabora con 7-8 enti per la ricerca dell’impiego.

L’altro progetto, prosegue Sandro Fadini, è quello che è nato con il mandato del Parroco. Il progetto riguarda la fragilità della solitudine. Attualmente ci sono 15 persone che stanno impegnando 1-2 ore alla settimana per seguire le persone ammalate o sole in casa. A Seriate vivono 1740 persone ultraottantenni.

A completamento del quadro Caritas interviene Cecilia Morosini parlando della casa di accoglienza per mamme e figli. Aperta molti anni fa, poi chiusa quando è diventata abitazione di don Ferdinando e poi riaperta alla morte di don Ferdinando, dal 2009 ad oggi ha accolto 19 mamme con i loro 34 figli. Attualmente ci sono 3 mamme, una della Costa d’Avorio con tre figli, una del Senegal, con tre figli; ed è entrata l’11 marzo una gestante al sesto mese di gravidanza. Cecilia sottolinea la buona collaborazione con i Servizi Sociali al punto di fare progetti insieme, una interazione continua anche nel fare cassa per il comune che poi rimborsa la cifra.

Seguono i ringraziamenti di Giovanni Stucchi ai testimoni e per opere della Carità in Seriate. Sottolinea la “dignità” che vince sulla “furbizia” narrando un episodio successo a scuola.

Le conclusione del parroco, don Mario C., sulla Carità esortano ad un confronto tra équipe di operatori con le modalità suggerite da Marco Zucchelli perché il progetto vada in porto, si continui a lavorare e perché il frutto del lavoro venga condiviso con la comunità anche attraverso i mezzi di comunicazione.

Anche Ottavio Alfieri, offre uno spunto di riflessione sulla “Terra esistenziale delle fragilità” in quando braccio operativo di queste realtà, specialmente quelle riguardanti il lavoro e le solitudini.

Spunto colto dal parroco, don Mario C. , perché le neonate “Terre esistenziali” dovranno interfacciarsi con i consigli pastorali e ripropone il problema della comunicazione, public relation e nformazione presente nella grande maggioranza delle nostre comunità.

Sandra Rossoni suggerisce che un passaggio consolidato per le informazioni potrebbero essere gli incontri di catechesi con i genitori.

Anche don Luca Della Giovanna testimonia di due incaricati venuti a pubblicizzare la giornata della carità, occasione per dire che esistiamo.

Ci sono poi stati altri interventi sul tema della comunicazione, in particolar modo sull’importanza di imparare a comunicare. Anche don Vladimir accenna a brevi annunci all’inizio della messa.

Tutte soluzioni queste, rispetto all’informazione che, dice don Mario C., sono ancora da mettere in cantiere e studiare perché attualmente passa pochissimo rispetto a quello che si fa.


B) Annotazioni sul percorso della Quaresima

Don Mario avvisa che il cammino di Quaresima sarà sul tema della Chiesa e i volti della Chiesa nella storia. I partecipanti finora iscritti, oltre a quelli che vengono con le loro auto, sono 230 – 240.


C) Pubblicazioni per il 250mo anniversario della Parrocchia

Don Mario avvisa che uscirà una pubblicazione, una delle tre , curata dal gruppo di mediazione didattica sul campanile .


D) Proposte per il prossimo incontro

Don Mario C. annuncia che il prossimo incontro è il 14 maggio e si riflette sul documento presentato al consiglio presbiterale diocesano sul tema: “L’identità dinamica della parrocchia”. Oggetto di riflessione è la scelta “tra  pastorale di conservazione e istanza missionaria”. Un tema che nasce da una serie di considerazioni. Eccone alcune:

  1. a) – le parrocchie della diocesi sono 389

90    < 500 ab.

63    500  < x < 1000 ab.

107  1000 < x < 3000 ab.

68    3000 < x < 5000 ab.

56    5000 < x < 10000 ab.

5       >10000

  1. b) situazione dei sacerdoti:

in 10 anni sono diminuiti di + di 100

nel 2009   850 n. preti

nel 2018  743 n.preti

  • del 20% di quei 743 sono oltre i 75 anni

In 10 anni si sono persi (hanno abbandonato) 19 sacerdoti.

Attualmente su 389 parrocchie ci sono 50 curati d’oratorio.

Il vescovo diceva che il trend è di altre perdite numeriche di preti non attivi e il clero in forte aumento d’età.

Quindi due le questioni emergenti:

– identità del prete

– identità della parrocchia

Don Mario comunica che il vescovo stesso si farà pellegrino nelle parrocchie dal 2020 al 2026 e che don Paolo Carrara, un giovane professore del Seminario, ha scritto una serie di considerazioni interessanti sulle quali la volta prossima possiamo riflettere e confrontarci .


E) Altro

Segue l’informazione dell’uscita del documento che riguarda le Ghiaie di Bonate. Questione annosa dal 1944 ad oggi. Don Mario C. legge solo il decreto per far conoscere come si è pronunciata la Santa Sede e il vescovo di Bergamo. Il decreto dice: “Premesso che …. Fin dagli inizi del ‘900 veniva costituita una parrocchia intitolata alla sacra famiglia  …. Premesso che Maria  viene invocata con il titolo di regina della famiglia  …. Premesso che su presunti eventi soprannaturali si sono espressi in modo concorde i miei predecessori …. Mons. Bernareggi il quale con decreto del 30 aprile 1948 affermava … non constat … Premesso che … la congregazione per la dottrina della fede … con lettera del 20 novembre 2018 … dispone …. regolarizzazione del culto mariano… Premesso che nel  corso degli anni si è consolidata una solida devozione mariana …. pellegrini ….  Premesso che la devozione … chiede di essere accompagnata …. revocata ogni dissezione contraria  … stabiliamo che … 1 – il culto mariano … va proposto e praticato …. in conformità al magistero …  2 – presso la cappella parrocchiale … venga valorizzato … il culto mariano … escluso ogni riferimento a messaggi, apparizioni e altri fenomeni di presunta natura soprannaturale… l’esercizio del culto sia sottoposto alla cura del parroco protempore …”.

Quindi … il santuario è di tipo devozionale e non legato a una apparizione.


L’incontro si conclude alle ore 22.40.

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