Verbale di
martedì 10 ottobre 2017
Centro Pastorale Parrocchiale
Alle ore 20.30, con l’Adorazione Eucaristica Silenziosa nel Santuario del Sacro Cuore s’è dato il via al primo incontro dell’Anno Pastorale, l’ultimo prima del rinnovo.
Assenti: Maurizio Chigioni, Riccarda Granata, Massimo Campana, Marzio Pallini, Alberto Pinetti, Mina Prometti, Mariella Manenti, Fausto Duca, Marco Redolfi, Attilio Rosoni, Sandra Rossoni, Giuseppe Pasquinelli, Franco Vavassori, Giuditta Vezzoli, don Marco Giudici e rappresentati Suore Scuola Materna di via Colleoni e Sacra Famiglia.
Don Mario presenta Giorgio Triboulet, il nuovo sagrista, che ha sostituito il pensionando Leandro.
Don Mario comunica che anche in questo incontro
Viene approvato il verbale della seduta precedente.
Il segretario Matteo Vitali legge la sintesi preparata da don Giulio sul lavoro svolto dal CPaP, dalla sua elezione nell’ottobre 2011 ad oggi:
Il Consiglio Pastorale uscente inizia il suo cammino a servizio della comunità nell’ottobre 2011, articolandosi in sette commissioni tematiche, a cui viene affidata la riflessione specifica su alcuni temi essenziali
- Commissione sull’Educare oggi: l’oratorio e la pastorale giovanile, i rapporti con le scuole, le società sportive e gli altri enti educativi con una specifica domanda: come venire incontro al disagio crescente? – inizialmente era stata prevista anche la Commissione per l’iniziazione cristiana, specificatamente per la catechesi e i sacramenti, ma di fatto non ha mai preso avvio in modo autonomo.
- Commissione Liturgia, con il compito di valutare come è il nostro modo di celebrare? Particolare attenzione è stata chiesta per le Messe domenicali e le feste, per i lettori e i cantori, per il gruppo liturgico.
- Commissione Parrocchia e zone: come salvaguardare l’unità nella differenza? come valorizzare la peculiarità delle zone e al medesimo tempo recuperare la centralità della parrocchia?
- Commissione sulla Comunicazione a cui è stato affidata la sfida: come la parrocchia dà notizia di sé? All’interno di questo lavoro si è collocato il ripensamento del sito della parrocchia, della Voce di Seriate, degli avvisi settimanali nelle chiese e tramite i fogli.
- Commissione Carità e Caritas, con l’obiettivo di seguire i gruppi e le iniziative di questo settore peculiare: raccolta viveri, il cesto della carità nelle chiese di zona, le offerte mensili, le iniziative del centro di primo ascolto e del centro aiuto alla vita.
- Commissione Feste Parrocchiali con il compito di chiedersi: sono vere feste? perché facciamo festa? per chi facciamo festa? cosa c’è e cosa manca? c’è unità fra le nostre feste?
- Commissione socio – politica: la dottrina sociale della Chiesa, l’impegno sociale, i rapporti con il territorio.
Le commissioni hanno lavorato in modo autonomo e assembleare. Infatti per diversi mesi il Consiglio Pastorale ha analizzato le presentazioni che ogni Commissione ha fatto dei punti di forza e di criticità della situazione, dei possibili cammini. Alcune linee proposte dalle Commissioni, analizzate e approvate dal Consiglio intero, sono divenute poi scelte per la comunità e sono poi diventati pratica e ora sono prassi (ad esempio il sito che è nato e si è sviluppato così, oppure la seconda domenica del mese per la carità con il concetto di decima).
A questi temi, il Consiglio ha voluto aggiungere una riflessione particolare sulla famiglia. In particolare, seguendo anche alcune linee diocesane, si è approfondito il legame tra Lavoro – Famiglia – Festa.
Nell’anno pastorale 2012-2013 ha avuto una particolare rilevanza l’Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI. A questo è seguito l’Anno della Fraternità, che apriva la strada segnata dalle Lettere Pastorali del Vescovo Francesco: donne e uomini capaci di Vangelo, capaci di Eucaristia, capaci di Carità.
Alle riflessioni tematiche si è affiancato il percorso di discernimento su alcune iniziative parrocchiali, su scelte di cambiamento e di valutazione di nuove proposte. Parimenti si è svolto anche un lavoro di verifica della vita comunitaria, nei suoi aspetti relazionali, organizzativi e anche economici.
Nel settembre 2015 il Vescovo ha nominato il nuovo Arciprete don Mario. Il Consiglio Pastorale si è impegnato quindi in una analisi della situazione della comunità. Ad ogni Commissione è stata chiesta una “fotografia” scattata dal proprio punto di osservazione, evidenziando i punti forti e le debolezze, i risultati raggiunti, i fallimenti e le attese.
Don Mario, appena arrivato, attraverso la dinamica del laboratorio, ha chiesto al Consiglio di immaginarsi la parrocchia fra 10 anni.
Emerge un cambiamento vorticoso in atto che chiede di prendere coscienza degli scenari e aprire nuove prospettive di organizzazione pastorale, perché come Papa Francesco continua a ripetere non ci si può più fermare al “si è sempre fatto così”.
Seguendo il cammino diocesano di riforma dei Vicariati dando importanza ai cinque ambiti definiti dal Convegno della Chiesa Italiana a Verona – così come il Vescovo chiede a tutte le comunità – si è maturato un cammino di riflessione abbinando a ogni zona uno di questi “ambiti pastorali”
- Le relazioni (famiglia e associazioni) alla Zona San Giuseppe
- Le fragilità (cultura, carità, ammalati) alla Zona Risveglio
- La cittadinanza (scuola, sociale, lavoro) alla Zona Comonte
- La festa (formazione, animazione, catechesi, liturgia, sport) alla Zona Luce
- Le tradizioni alla Zona Serena
La sfida degli ambiti è quella di uscire dal “tutti fanno tutto” in ciascuna zona, iniziando ad attivare competenze diverse da mettere in circolo. Più volte il Vescovo Francesco è tornato con insistenza a chiedere di lavorare in questa direzione avendo come orizzonte i 4 pilastri che Papa Francesco ha indicato come essenziali nella Evangelii Gaudium: il tempo è superiore allo spazio (lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati); l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte.
Il prossimo Sinodo dei Giovani e l’annunciato programma pastorale del Vescovo ha chiesto di fare i primi passi verso l’equipe educativa dell’Oratorio e un ripensamento della Catechesi, partendo dai dati oggettivi di un cambiamento che interpella.
L’Arciprete ha deciso che il Consiglio Pastorale non scadesse al mandato naturale del 2016, ma che avesse una proroga di un anno.
Don Mario ringrazia tutti i membri per il lavoro svolto in questi anni e per la passione dimostrata. Sottolinea poi come oggi le dinamiche sociali cambino rapidamente, e il futuro CPaP dovrà modoficare spesso la lettura della realtà e le prospettive. Apre poi il dibattito sul lavoro svolto.
Marzo Zucchelli sintetizza delle note che ha preparato e che chiede vengano allegate al verbale.
Innanzitutto ringrazia per l’opportunità che gli è stata offerta dalla comunità di far parte del CPaP: come tutte le esperienze sono portatrici di speranze ma anche di fatiche. Si è poi chiesto “che cosa manca al nostro consiglio pastorale?”, domanda dettata anche dal senso di delusione e demotivazione cha a volte emerge rispetto all’impegno comunitario.
Per rispondere è andato a rileggere alcuni passi di un documento della Chiesa di Milano sui CPaP e le riflessioni del Sinodo di Bergamo.
Ravvede la causa di questa stanchezza attorno al CPaP in una poca comunione fra presbiteri e laici, ridotta a volte ad una semplice condivisione di decisioni già prese altrove. Manca una sinodalità spesso dichiarata ma poco praticata. Si augura che il prossimo CPaP sia il luogo della progettazione pastorale, magari recuperando le commissioni che lavorano sui vari ambiti, e il luogo della verifica del lavoro svolto.
La nostra Comunità non è così catastrofica come viene descritta dalle rilevazioni recenti, invita quindi a guardare con più ottimismo al futuro.
Gianantonio Farinotti segnala due ordini di questioni, legate al metodo e al merito.
Per quanto concerne il metodo lo strumento del CPAP evidenzia un limite legato alla difficoltà di coniugare il proprio ruolo (consultivo) con una declinazione condivisa nell’operatività di quanto viene approfondito; nei fatti tale declinazione è infatti legata essenzialmente all’azione dei presbiteri. Lo schema consolidato è il seguente: un’assemblea parrocchiale (con un ruolo ‘indefinito’) che si incontra una volta l’anno; un CPAP (con un ruolo consultivo) che si incontra, con i limiti sopra evidenziati, cinque volte l’anno; il gruppo dei presbiteri che si incontra settimanalmente per garantire la traduzione pastorale di quanto emerso nel CPAP. Un’ipotesi di reale alternativa dovrebbe portare ad un’assemblea parrocchiale che si incontri più volte in un anno (acquisendo il ruolo che oggi è del CPAP) e ad un organismo più stretto rispetto all’attuale CPAP (i preti e un certo numero di laici) in grado di rendere la traduzione delle idee in modo maggiormente condiviso rispetto alla situazione attuale.
In attesa che questo possa magari avvenire in futuro, si tratta di accrescere la partecipazione dei seriatesi alla vita della comunità e la responsabilità del CPAP (in particolare dei laici), oggi residuale, garantendo maggiore ascolto delle diverse istanze e sensibilità prima della necessaria sintesi. Questo l’auspicio per il prossimo CPAP.
Per quanto concerne il merito sottolinea che, al di là della presentazione della sintesi del percorso di questi sei anni, la questione principale, dal suo punto di vista, su cui chi subentrerà nel nuovo CPAP dovrà porre grande attenzione è legata alla ‘chiusura’ della nostra comunità; occorre spingere affinché si sia molto più aperti, rispetto a quel che avviene ora, nell’incontrare le storie delle persone, quindi le cose ‘vere’ su cui si misura il senso del vivere (e del credere). Questo si può e si deve fare anche facendo tesoro dell’analisi svolta, in questa ultima parte del mandato del CPAP, circa il futuro della comunità di Seriate, con atteggiamenti caratterizzati da sano realismo ma anche da ottimismo.
In questo momento di verifica in cui è bene evidenziare i limiti, si tratta anche di sottolineare – conclude –la positività complessiva di un’esperienza iniziata sotto la guida di un Parroco (Don Gino) e conclusa con la direzione di un altro (Don Mario).
Cecilia Morosini sottolinea l’attenzione che si dovrà avere in futuro nel coinvolgere il laico ed educarlo alla corresponsabilità. Chiede che nel prossimo CPaP venga dato più spazio all’ascolto dei laici e che, come a cerchi concentrici, dal CPaP si raggiunga tutta la Parrocchia.
Maria Antonietta Gusmini ricorda come il Sinodo ci abbia insegnato a passare alla collaborazione alla corresponsabilità, ma sembra che questo coinvolgimento dei laici sia caduto.
Don Mario fa notare come si dispone ora fisicamente il CPaP: in cerchio. Questo è un segno dell’idea che ha lui dei CPaP, un incontro di comunione dove tutti hanno la stessa importanza e responsabilità.
A Seriate c’è questa idea diffusa che i preti lavorino da soli, in realtà c’è molta condivisione fra noi sacerdoti che settimanalmente ci troviamo, ma mancano interlocutori laici disposti a mettere un impegno costante nella cura pastorale. Purtroppo i numeri che spesso ricordo relativi ai battesimi e partecipanti alle messe sono reali, non catastrofici. Dobbiamo affrontare la realtà urgentemente, ma spesso troviamo laici che hanno paura di cambiare o disposti a collaborare solo saltuariamente e in modo selettivo. Se qualcuno non c’è più attivamente rispetto a come faceva in passato, la deve smettere di dire che le cose si fanno senza coinvolgimento dei laici o che non si fa male e poco… se lui manca e non si lascia coinvolgere, non deve dare colpa ai sacerdoti che mancano di comunione.
Anche il nuovo gruppo liturgico è segno di questa Comunione: prima era un gruppo isolato di laici, ora un gruppo coeso di laici e sacerdoti che pensa per tutta la Comunità.
Marco Zucchelli mostra la bellezza della Chiesa ricca di diversità e pluralità, e il tema della sinodalità dovrà essere centrale nel prossimo CPaP. Riguardo alle indagini sociologiche svolte, chiede che vengano fatte con più cura, confrontando i dati anche con le rilevazioni fatte in passato.
Don Mario ricorda che le fotografie fatte in questi due anni alla Parrocchia sono tante, non solo l’indagine estemporanea relativa alla partecipazione alle messe domenicali di un solo weekend. Battesimi, offerte, volontari, matrimoni,… sono tutti segni di una Chiesa di difficoltà.
Evelino Rossoni ha apprezzato molto le analisi fatte e presentate al CPaP e alla Comunità. Permettono con realismo di leggere la religiosità a Seriate e di agire di conseguenza, con la collaborazione dei laici.
Terminata la discussione sul lavoro svolto in questi sei anni, si scelgono i criteri per il rinnovo del CPaP.
Don Mario comunica le date che sono state pensate:
- 5 novembre: predicazione di sensibilizzazione attorno al CpaP
- 12 e 19 novembre: raccolta delle candidature
- 3 e 10 dicembre: elezioni per la scelta dei membri
Dopo un confronto, si decide che i candidati saranno divisi in 3 fasce, in base all’età: 18-40 anni, 41-55 e 56 e oltre. Ogni elettore potrà segnare sulla scheda tre preferenze, una per fascia. Verranno scelti i primi sei per ogni fascia.
Oltre ai 18 membri eletti dalla comunità, faranno parte del CPaP un rappresentante scelto fra:
- i catechisti
- il gruppo liturgico
- il consiglio Caritas
- il CPAE
- l’Equipe Educativa
Il parroco si riserverà poi la facoltà di nominare fino a 10 membri, in modo da colmare eventuali lacune rappresentative.
Saranno poi membri di diritto i sacerdoti e i rappresentanti degli ordini religioni, oltre al sagrista.
In totale il nuovo CPaP sarà costituito da una quarantina di persone.
Si soni poi elencate le persone che potrebbero sensibilizzare durante l’omelia delle messe del 5 novembre: Evelino Rossoni, Francesco Chiesa, Claudio Cortesi (sabato sera e messa prima della domenica), Sandra Rossoni, Maurizio Chigioni, Marco Zucchelli, Cecilia Morosini, Alberto Pinetti, Marco Redolfi, Marzio Pallini e Attilio Rossoni.
Infine viene costituita la commissione preparatoria che curerà tutte le operazioni necessarie per il rinnovo del CPaP: Matteo Vitali, Luigi Chiodini, Alida Carsana, Angelo Pagnoncelli e Maria Rizzi.
Terminati i punti all’ordine del giorno, l’incontro si conclude alle ore 22.43 con un momento conviviale in Oratorio.