Omelia nella Notte di Natale

Lo sai che è Natale? 

Qualcuno potrebbe ironizzare: “Ma va?” 
Altri magari, più seriamente: “Se non lo sapessi perché sarei qui stanotte?”
 
Ma è proprio questa la domanda: “perché sei qui?”

 
E a questa ne aggiungo un’altra: 
“Da che cosa si intuisce che è Natale?”
E anche per questa seconda domanda potremmo sentire risposte diverse:
“Ci sono le luminarie…” “Quest’anno in molti posti c’è anche la neve…” 
“Si sente la consueta magia… col panettone…” “non si va a scuola e al lavoro…”
Magari anche una risposta un po’ più profonda “Stiamo bene in famiglia…”
 
In realtà c’è una sola risposta… 
Quale? E se non “la so”? 
Stiamo sereni: non si aprirà nessuna botola come avviene in certi quiz televisivi… 
La cosa preoccupante però è che se non riusciamo a dare la risposta forse significa che abbiamo un po’ rinunciato a trovarla; significa che stiamo accettando passivamente di rimanere nel buco dell’aridità e del vuoto che ci trasmette freddo, solitudine e paura; significa che non capiamo; significa…
 
Qual è questa risposta?
Tu la conosci, certamente, anche se spesso la neghi a te stesso… non le lasci spazio… non le permetti di venire a galla nella sua bellezza.
 
Non è “Natale per tradizione…” anche se è bello ripetere le buone tradizioni! 
E’ Natale perché stanotte celebriamo e condividiamo la nascita del Signore: l’inizio del suo impensabile e immenso progetto di amore. 
Quello che domanda a te, a noi, a tutti gli “uomini di buona volontà”… di essere protagonisti dentro la storia di salvezza che oggi si rinnova.
Alcuni anni fa, un vescovo bravissimo e tanto umile, morto di tumore troppo presto, don Tonino, come lo chiamavano tutti, ha descritto il Natale con una bellissima riflessione: “Andiamo fino a Betlemme. Ma dobbiamo attraversare venti secoli di storia. È l’unico viaggio “all’indietro” che può farci andare “avanti” sulla strada della felicità. Quella felicità che stiamo inseguendo da una vita. Mettiamoci in cammino, senza paura”.
E a queste aggiungo poche parole che riguardano un rischio che corriamo: non lasciamo rubare il vero senso del Natale… mai… da nessuno!
 
E’ vero che noi, la sua Chiesa, siamo spesso incapaci di raccontare bene questa meraviglia di amore e di speranza… ma dobbiamo essere orgogliosi, come in questa notte, di proclamare che crediamo nel fantastico mistero del “Verbo fatto carne”.
E’ per questo che non siamo più “il popolo che camminava nelle tenebre”: perché è apparsa la Luce e noi possiamo avere la gioia nel cuore.
E’ la sua gioia, che ci permette di abbracciare ogni fratello, a cominciare da quello che abbiamo accanto, per dire loro “Io l’ho visto… ed era così luminoso…”. 
Hai il coraggio di farlo? Almeno nel tuo cuore…?
 
Ritorna allora la domanda iniziale “Lo sai che è Natale?”
Ma ora la risposta è precisa “Certo che lo so… e io l’ho celebrato”.
 
Carissimi, insieme anche con gli altri sacerdoti: 
– vi auguro di ritornare ancora da Lui, per superare la paura: Lui si farà dono di speranza, ogni volta, perché… è Natale
– vi auguro di lasciare che Lui scaldi il vostro cuore, superando ferite, delusioni e affanni… imparando nuovamente a salutare e a sorridere a chi incontriamo, perché… è Natale.
– vi auguro di imparare da Lui a stringere le mani dei fratelli, per scambiare “auguri non formali”, per dare continuità alle relazioni di questa notte, per non vergognarci della nostra generosità, perché… è Natale.
 
Auguri carissimi

Questo articolo è stato pubblicato in PASTORALE da Mario Carminati . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

2 pensieri su “Omelia nella Notte di Natale

  1. Quante domande inutili per un cristiano!. Magari utilissime per un non credente in Gesù Cristo. Gesù, figlio di Dio fatto uomo nascendo da Maria vergine donando al mondo il vangelo dell’amore e sacrificandosi sulla croce per salvare tutti gli uomini; è L’A B C della nostra fede in Dio!.

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