Consiglio Pastorale del 13.03.2012

Verbale di
Martedì 13 Marzo 2012

Zona San Giuseppe


 

 

Dopo aver sostato e pregato davanti all’Eucarestia, alle ore 21.05 s’è dato il via al quarto incontro dell’Anno Pastorale del CPaP negli ambienti sottostanti la chiesa.


Membri assenti: don Stefano Manfredi, don Piero Paganessi, Eugenio Alborghetti, Elena Lussana, Angelo Pagnoncelli, Alberto Pinetti, Leandro Pirovano, Marco Redolfi, Attilio Rossoni, Marco Zucchelli, rappresentante Suore presso Scuola Materna di via Colleoni.


Viene approvato il verbale della seduta precedente.


Si dà il via al confronto intorno al tema della Festa, facendoci guidare dalla Scheda di Riflessione predisposta dalla “Commissione Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato”.

Dopo qualche minuto di silenzio, indice della profondità dell’argomento, rompe il ghiaccio Marzio Pallini, mettendo in luce come la festa sia “luogo di pienezza”, luogo qualificante dell’esistenza e compimento della vita. La Pasqua è dove tende tutta la nostra vita. Celebrata ogni Domenica è ciò che dà senso alla nostra quotidianità, all’operare nella ferialità.

Evelino Rossini è colpito dalla frase della Scheda per la Riflessione “Fatica di far Festa”. Ora la Festa è intesa solo come svago, come tempo diverso dal lavoro, non è più un tempo per vivere la relazione con Dio e con le persone. Non è più riposo e relazione, ha perso il senso: oggi è solo necessità di svago.

Gianantonio Farinotti sottolinea come il vero senso della Festa sia la “contemplazione della Creazione”, fermarsi ad ammirare l’opera di Dio e anche quella degli uomini. Riprende le possibili dimensioni della Festa indicate nella Scheda per la Riflessione e chiede la possibilità di approfondire, in un prossimo CPaP, gli spunti per la pastorale della Scheda da collegare all’azione dei nostri Centri Pastorali, chiamati ad essere attivi su questo tema.

Don Gino nota come l’argomento Festa non è facile, e questo è sorprendente visto che noi cristiani siamo quelli che “Celebrano le Feste”. Vede l’origine di queste difficoltà nell’assenza di alcune premesse:
– sentirsi creati: è un aspetto antropologico, io sono creato e tutto ciò che mi è stato dato mi rende festoso. Oggi non ci percepiamo più come creati, come “donati”: ci sentiamo qua per caso. Qualcuno invece m’ha collocato e voluto in questo tempo storico: devo essere animato dalla gratitudine.
– sentirsi salvati: aspetto tipicamente cristiano. Oltre al dono della vita c’è il dono della redenzione. La gioia di sentirmi donato e redento.
– sentirsi destinati: abbiamo un avvenire eterno.

Se non ritorniamo a queste tre premesse saremo sempre delle persone tristi. La Festa è la mia vita stessa se mi colgo creato, salvato e destinato. Diamo troppo per scontato questi tre elementi: dobbiamo dirceli più spesso.

Se ho dentro di me questi tre elementi riesco a cogliere il Buono, il Bello e il Vero e a far Vera Festa. Prima la motivazione della Festa la trovo dentro di me, e poi negli eventi della Salvezza.

Mina Prometti sostiene che per vivere la Festa, prima dobbiamo vivere bene la quotidianità. Se la mia ferialità è esasperata non riuscirò mai a fare Festa. Si deve recuperare un lavoro come “creare qualcosa in funzione di”; solo se oriento il mio lavoro e ne recupero il senso saprò trovare senso anche alla Festa. Altrimenti la Festa sarà solo una “valvola di sfogo”, un momento per recuperare “quello che mi è rimasto indietro”. Se sono troppo di corsa nella settimana, come posso fermarmi la Domenica?

Maria Rizzi ricorda come la scorsa domenica il “Movimento Europeo per dire no al lavoro domenicale” abbia manifestato anche a Bergamo. Ma la Chiesa che nel 2005 ha posto come tema  del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale “Senza la domenica non possiamo vivere” come incide effettivamente nella società? Noi comunità di Seriate cosa scegliamo ? Società sportive, catechesi, Messa, supermercati?
Chiede poi di pensare perché la Parrocchia organizza delle Feste: per guadagnare? per divertirsi? per cultura? per incontrarsi?

Matteo Vitali comunica che la “Commissione Feste Parrocchiali”, che si è trovata due volte, si sta chiedendo proprio questo: “perché facciamo Festa?”. Ha anche una breve relazione che per ragioni di tempo non legge ma sarà allegata al verbale e inviata a tutti.

Don Gino, riprendendo quanto detto da Maria Rizzi, dice che dobbiamo ripensare il nostro modo di fare Festa e di vivere la Domenica, perché sia più vicina alla Comunità, tocchi di più la pelle delle persone.

Propone per esemplificare, di dedicare una Domenica al mese alla Carità, una alla Comunità, magari con una cena condivisa, una alla cultura con una gita,… Propone che si parli di queste idee e di trovare le modalità per attuarle in un prossimo CPaP.

Matteo Vitali propone di farsi aiutare per organizzare gli eventi delle “Domeniche a Tema” proposti da don Gino dalle Associazioni presenti sul territorio, anche se non prettamente cattoliche, come la SAS e l’ASAV che già propongono ai loro soci, ma non solo, uscite in montagna o culturali. Questo valorizzerebbe e rimotiverebbe le Associazioni, e alleggerirebbe il lavoro organizzativo della Parrocchia.

Don Mathieu evidenzia come oggi la Festa sia una realtà imprigionata da tante correnti e attività capitalismo, modernismo e lavoro “bruciano” la Festa. La gente è sempre in cerca di soldi; non ci si ferma più per far Festa. Stiamo diventando delle macchine che obbediscono agli eventi, al lavoro sempre e solo , e non viviamo gli eventi e la festa per gustare la vita.

La Festa unisce la Famiglia e dà senso al lavoro perché ci permette di gustare il frutto del nostro lavoro. Però Non può sempre la Parrocchia organizzare le Feste per le famiglie, ma anche le famiglie fra di loro possono associarsi e organizzare degli eventi di Festa.

Quando vivi una bella Festa tutta la persona ne giova: si rilassa il corpo, si gustano di più le cose, le relazioni divengono più fluide e divengono occasioni di superamento delle tensioni, delle divisioni e di perdono. Dobbiamo impegnarci perché le persone tornino a fare Festa, al di là della dimensione religiosa.

Cecilia Morosini riprende il pensiero di don Gino e aggiunge che il modo di concepire e vivere la festa cambia in base alla visione che l’uomo ha di sé. L’uomo di oggi si sente disorientato, troppo spesso è vissuto e si vive  solo come soggetto economico e  la Festa, in questa prospettiva, è intesa prevalentemente come interruzione di un ritmo lavorativo perdendo i suoi altri significati. Come cristiani dobbiamo forse interrogarci su come possiamo aiutare l’uomo a riscoprirsi non solo essere del “bisogno”, ma soprattutto essere capace di pensiero. Forse si può recuperare la Festa come occasione per relativizzare il lavoro,  aiutarci a riscoprire la vera  identità dell’uomo e impegnarci a divenire ciò a cui siamo stati chiamati.

Giovanna Sottocornola fa notare quante Feste di Compleanno ci siano oggi. Ma con che significato? Senza un bel regalo non è Festa… il senso spesso è tutto lì. Oggi poi sono tutti autosufficienti, tutti vanno a spasso da soli: le relazioni fra famiglie vengono meno. Dovremmo anche ripensare alla Festa che fa Dio quando siamo riconciliati.

Riccarda Granata porta l’esempio in cui don Stefano durante un’omelia ha chiesto ai ragazzi “quanti regali ci fanno i genitori?”, ottenendo come risposta “nessuno!”. Oggi i ragazzi non riconoscono più cosa è dono, non sanno più apprezzare tutti i piccoli gesti quotidiani che i genitori fanno per loro. Non si percepiscono più come “dono” e non sanno più gioire per i doni e per i doni del Signore. Dobbiamo riabituare i ragazzi a vedere il dono quotidiano.

Don Gino fa presente che questa dinamica non tocca solo i ragazzi, ma anche gli adulti non sono capaci di riconoscere i doni che ricevono. Oggi va di moda l’uomo “che si è fatto da solo”: come fa a fare Festa un uomo che si percepisce così? Uno che non si sente “dono”? E se io non mi colgo come dono, come faccio a cogliere chi mi sta vicino come dono? Se salta la Festa, salta la famiglia!

Fausto Duca sostiene che dobbiamo recuperare la Fede. Oggi la Fede è un po’ opaca, non abbiamo più la gioia di incontrare il Signore. Dovremmo fare i salti di gioia quando usciamo da Messa e “contagiare” gli altri ad andarci. In sostanza, il desiderio di “fare festa” dovrebbe partire dal desiderio di incontrare Cristo, che è fonte di gioia, di aiuto ai nostri piccoli o grandi problemi e punto di riferimento del nostro agire. Senza questo la festa si svuota del suo contenuto fondamentale e diventa un giorno “vuoto”.

Matteo Vitali ricorda che storicamente le Feste sono nate anche per diffondere e far conoscere i dogmi della Chiesa, come l’Immacolata Concezione o l’Assunzione. I nostri ragazzi sanno oggi il significato di queste Feste? Ma è colpa loro o nostra che non sappiamo più vivere queste Feste? Facciamo ogni anno la Festa del Santissimo Redentore, ma siamo capaci attraverso gli eventi e le celebrazioni di queste Feste di far conoscere chi è il Redentore? Se smarriamo queste Feste perdiamo anche le verità di Fede e i valori che portano con sé. Anche la società civile ha le sue Feste volte a promuovere dei valori oltre che a ricordare degli eventi.

Angelo Paganessi dice che ritrovare la Festa dentro di noi è un’ottima ricetta per superare l’individualismo. Ripensa poi a cosa hanno saputo fare i Dodici…  e noi non riusciamo a modificare noi stessi! Riprende quanto detto da don Gino: “cogliere il Buono, il Bello e il Vero”. Se ricominciamo a fare questo tutta la Chiesa ritroverà nuova vitalità. Come detto da don Mathieu, dobbiamo smetterla di pensare solo ai soldi. Ma dobbiamo iniziare a cambiare noi per contagiare gli altri.

Don Mathieu indica la dinamica del “controcorrente”. Avere il coraggio di non fare quello che fanno tutti. Solo così potremo riportare una novità. Sottolinea poi come anche con la comunità francofona non si riesca mai ad organizzare nulla la Domenica: c’è il calcio. In settimana c’è la scuola… non c’è mai tempo per incontrarsi. L’attuale impostazione della Società non dà più possibilità ai cristiani di vivere come dovrebbero: ci sono attività giorno e notte per impedire all’uomo religioso di praticare la sua fede e fare festa con la sua famiglia e i suoi vicini anche di casa. Dobbiamo cambiare.

Ivana Belotti sostiene che solo se sentiamo la Festa in noi possiamo portarla agli altri. Uno dei compiti futuri del CPaP potrebbe essere questo: come dare strumenti alla Comunità per vivere la Festa? Nel contesto di oggi dobbiamo puntare ad essere eccessivamente fermi sulla Lode Festiva: dobbiamo puntare sulla Domenica. Porta l’esempio di come sia bello nella sua famiglia ritrovarsi intorno al tavolo la Domenica e mettere al centro il nipotino che ha appena vissuto la catechesi e la Messa, sentire quello che ha vissuto. Nella nostra Comunità si sta andando troppo verso il Sabato, verso la prefestiva. Ed è la comunità stessa che conduce lì i fedeli. A San Giuseppe storicamente è così, ed ora è difficile invertire la tendenza, ma la tendenza sta nascendo anche nelle altre Zone Pastorali: abbinare al sabato Messa e Catechesi. Dobbiamo fermare subito il fenomeno prima che diventi prassi.

Don Gino conclude gli interventi sulla Festa. Noi cristiani, oltre al riposo abbiamo la ragione della Festa in Cristo. E’ un tema affascinate.
Dà poi un elenco di temi relativi alla Festa che si possono trattare nei prossimi CPaP:
– come già detto prima, trovare delle iniziative per dare dei contributi alla Domenica, caratterizzandone almeno due al mese;
– analizzare come celebriamo la Domenica e prevenire lo slittamento al Sabato. Sabato e Domenica non sono sullo stesso piano;
– confrontarci sul modo di celebrare, sul nostro modo di fare Liturgia (es: è giusto confessare durante le celebrazioni?);
– vedere come viviamo le Festa Patronali e le altre Feste nelle Zone.

Maria Rizzi fa notare come ci siano delle incongruenze fra ciò che diciamo e ciò che facciamo, e la cosa non passa inosservata. Un esempio sono le messe prefestive. Diciamo che sono un’eccezione ma poi convogliamo lì i ragazzi della catechesi. Ci son catechisti che vanno a Messa solo e sempre al Sabato, da sempre.

Suor Mariarosa dice che anche a Paderno la chiesa al Sabato sera è stracolma, e non è tutta gente che non può andare la Domenica per seri motivi. Anche gli adolescenti la frequentano prima della Catechesi.

Maria Antonietta Gusmini, referente della “Commissione Liturgia”, informa che l’argomento “Messa Domenicale” è al vaglio della Commissione.

Don Gino conferma che la situazione delle Messe Prefestive a Seriate negli ultimi anni è sfuggita un po’ di mano. Ma la soluzione non è toglierle, sarebbe rischioso.

Ivana Belotti dice che spesso è la catechesi stessa che educa alla Messa del Sabato. E’ questo da cambiare.

Marzio Pallini sostiene che si può sgonfiare il Sabato se enfatizziamo la Domenica. Inutile fare solo un processo alle Prefestive… dobbiamo dare luce alla Messa Domenicale.

Maria Antonietta Gusmini chiede che l’argomento delle Messe Prefestive sia trattato con i catechisti, visto che spesso è proprio tramite la catechesi che la Messa del Sabato diventa un’abitudine.


Esauriti gli interventi sulla Festa, Giuliana Coffetti rende noto il bilancio economico della Parrocchia.

In generale è in media a quello degli anni precedenti; sembra non risentire della Crisi Economica che in altre Parrocchie ha fatto registrare anche un -30% sulle entrate.

Come interventi significativi alle strutture ci sono stati quelli dei tetti della Scuola Materna Parrocchiale e dell’Oratorio san Giovanni Bosco (dai quali è stato tolto l’Eternit, rifatta la copertura e installati pannelli solari) e il restauro di parte delle volte della Chiesa Parrocchiale. Entrambi i lavori saranno ultimati a breve.

Don Gino informa che la Curia, giudicando positivamente il bilancio e l’operato della Parrocchia, ha dato il benestare per la realizzazione del Centro Pastorale della Zona San Giuseppe. Un progetto di massima è già stato preparato. Sarà a breve fatto conoscere al CPaP e alla Comunità. Si prospetta un avvio dei lavori nel 2013.

Gianantonio Farinotti chiede se sono previsti interventi anche per altre strutture di Zona, come per esempio il Centro di Zona Serena, donato qualche anno fa alla Parrocchia dalle Missionarie Eucaristiche.

Don Giulio interviene dicendo che i volontari si stanno muovendo per adeguare la grande struttura alle necessità delle Zona. Un intervento che vede necessario, ma non fattibile con i soli sforzi dei volontari,  è sull’impianto di riscaldamento.

Maria Rizzi chiede perché è stato sistemato solo il tetto dell’Oratorio San Giovanni Bosco e non quello dell’attigua casa del Curato, che copre anche il salone e spogliatoi, visto lo stato di degrado e le frequenti infiltrazioni d’acqua.

Don Marco si rende disponibile a valutare la cosa con il CPAE, e a venire incontro alle spese.

Angelo Paganessi relaziona poi sull’attività e sul bilancio della Scuola Materna Parrocchiale, evidenziando l’ottimo servizio che svolge per la Comunità e riuscendo a contenere le rette nonostante i pochi finanziamenti del Comune.

Non è invece possibile relazionare sul bilancio dell’Oratorio San Giovanni Bosco, in quanto in un recente furto è stato rubato il Computer di don Marco dove era registrata tutta la contabilità.


Viene infine presentato da Fausto Duca e Matteo Vitali il rinnovato Sito Web delle Parrocchia, seguendo il documento già inviato ai membri del CPaP.

La Redazione del Sito chiede che tutti i membri del CPaP e dei Gruppi vari Parrocchiali prendano visione del sito ed inviino commenti, suggerimenti, proposte di modifica, revisioni,… ( per chi vuole, può utilizzare direttamente la mail della Redazione del Sito).

Anche ai referenti dei Gruppi Parrocchiali è chiesto di indicare un proprio “editore”, al quale sarà data la possibilità di inserire dei contenuti (per esempio, realizzare la propria pagina statica, inserire articoli ed eventi nel calendario);

Anche ai sacerdoti è chiesta la disponibilità per inserire dei contenuti (chi non ha manualità con l’informatica può tranquillamente farsi aiutare): l’idea potrebbe essere quella di rivedere i dati relativi alla propria Zona (orari messe, recapiti, descrizione zona, catechesi,..) , provare a inserire qualche evento nel calendario e pubblicare un articolo.

La Redazione attende indicazioni su possibili redattori che “popolino” questo spazio.

L’obiettivo è di rendere il servizio Web pubblico dal prossimo 15 maggio 2012, dopo l’approvazione del CPaP (per il momento non è indicizzato nei motori di ricerca), e di farlo divenire, vista la facile aggiornabilità, il Punto di Comunicazione principale da settembre 2012. Tutto dovrebbe partire dal Sito, per poi essere trasferito a livello cartaceo con gli avvisi settimanali e la Voce di Seriate.

Un progetto ambizioso ma possibile.


Terminati i punti all’Ordine del Giorno, alle ore 23.20 la seduta è tolta.

 


Allegato: Prima Relazione Commissione Feste Parrocchiali

La Commissione Feste Parrocchiali ha preso forma grazie alla partecipazione della maggior parte delle persone coinvolte attivamente nell’organizzazione delle diverse feste della nostra Parrocchia, oltre ai membri del CPaP. In totale conta una quindicina di Persone.

Non si può nascondere la difficoltà trovata nell’identificare con precisione gli obbiettivi di tale Commissione, nonché la difficoltà nell’analizzare la realtà seriatese distogliendo l’attenzione dagli aspetti più applicativi e particolari di singole situazioni.

Per tali motivazioni il primo incontro è stato utilizzato per identificare per sommi capi gli obiettivi e per stilare una lista degli argomenti da poter affrontare negli incontri successivi. L’idea è di presentare alcune proposte al CPaP, per poi tradurle in pratica nel prossimo anno pastorale (le feste di quest’anno sono già programmate ed è difficile intervenire).

Con il secondo incontro si è partiti dal fulcro del nostro operare cercando di identificare ed analizzare le motivazioni che stanno alla base dell’organizzazione delle nostre feste, che coprono circa 40 giorni dell’anno, impegnando tante risorse sia umane che economiche. Un lavoro che sembrava abbastanza facile, visto che viene fatto da anni, ma di cui spesso si perdono le motivazioni di base: sono queste che vogliamo riscoprire.

Le principali motivazioni che ancora oggi devono spingere la nostra Parrocchia a credere ed investire nelle Feste Parrocchiali, magari ancora con maggior partecipazione e convinzione anche dei nostri sacerdoti, sono state identificate nei seguenti elementi:

·         Sono i principali momenti di aggregazione parrocchiale. E’ evidente per tutti che il numero di persone che si radunano nei momenti di festa è sensibilmente maggiore a qualsiasi altro momento della vita parrocchiale .  Questo lo rende il principale momento di aggregazione a diversi livelli: tra volontari, tra parrocchiani, tra la società civile e quella credente, tra sacerdoti e parrocchiani.

·         Sono uno dei principali momenti di visibilità della comunità parrocchiale nei confronti della società civile.

·         Rappresentano un fondamentale momento della cosi detta “formazione di base” che pur senza nessuna pretesa di esaurire argomenti di carattere sociale e religioso ha il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica e di invitare a riflettere su argomenti di particolare importanza

·         Risultano momenti molto fruttuosi per la possibilità di agganciare e creare legami all’interno della comunità anche con persone credenti provenienti da altri paesi oppure per vari motivi da tempo scollegati dalla vita parrocchiale.

·         Sono un momento di visibilità per le diverse realtà e associazioni che orbitano attorno alla parrocchia permettendo importanti scambi e la creazione di nuove sinergie. Tale aspetto è particolarmente importante in una realtà ampia e con così tante realtà diverse come quella di Seriate

·         Devono essere un momento di traduzione pratica di quanto scritto nel Vangelo. Tale elemento deve essere il principale elemento caratterizzante e distintivo delle nostre feste da quelle che orbitano attorno a realtà diverse.

·         Sono un luogo privilegiato per seminare i primi semi della pastorale, non semplicemente delegando tale compito alle persone consacrate ma effettuato in modo sinergico da laici e consacrati.

Per le prossime riunioni si entrerà nello specifico di come e questi elementi sono presenti all’interno delle nostre feste e come possiamo renderli sempre più incisivi.

13 Marzo 2012

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