Attaccabottone: un‘espressione della nostra lingua italiana per dire che basta poco per iniziare a conoscersi: un sorriso, uno sguardo, un saluto, una stretta di mano. Ci sono legami da tessere, persone e cose da tenere assieme. E come se non bastasse due parole si uniscono a formarne una sola: attacca-bottone, appunto!
Forse non tutti sanno che i bottoni inizialmente erano semplicemente oggetti decorativi che abbellivano gli abiti delle feste. Nessuno avrebbe mai pensato che quei piccoli oggetti di varie forme e diversi colori potessero diventare così preziosi per abbottonare una giacca quando fa freddo o sbottonarla quando il caldo inizia a farsi sentire.
Il nostro “attaccar bottone” sia ciò che rende più bella la nostra festa; sia ciò che rende solenne la vita stessa.
Il nostro “attaccar bottone” sia protezione per chi ha freddo e cerca calore; il nostro “attaccar bottone” sia aprirsi agli altri, alla novità che ciascuno sa portare, a ciò che ciascuno può mettere in comune con gli altri. 
E sarà festa! Solenne! Perché profondamente umana! 
In tutto questo c’è una donna, Maria di Nazareth che come un’abile sarta ci aiuterà a impreziosire la nostra vita, le nostre abitudini; che come una mamma abbottonerà o sbottonerà la giacca ai suoi figli perché anche lei – come il Padre – sa se abbiamo freddo o caldo.
Ricordo di aver giocato, da piccolo, con un cesto prezioso pieno di bottoni nella casa della mia nonna… passavo il tempo ad osservarli, uno ad uno. Maria di Nazareth, come tutte le nostre mamme, ha sempre in casa una scatola piena di bottoni: ella ci insegna a custodire nel cuore tutto ciò che ci accade…
Ogni istante è un bottone, ogni persona è un bottone… 

don Stefano

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