Sabato Santo
Secondo la concezione giudaica, il regno dei morti è sostanzialmente caratterizzato dalla mancanza di relazioni. Sembra, infatti, che la morte sia un’interruzione delle relazioni fra Dio e l’uomo.
“Dio non si ricorda più dei morti”, leggiamo, e dal punto di vista dell’uomo: “I morti non lodano più Dio”. Ora però, sempre parlando metaforicamente, nel tempo del sepolcro, Gesù entra nel regno della morte. Lui che è in tutto e per tutto relazione, che è completamente ‘esistenza per’ noi uomini ed ‘esistenza per’ il Padre, stabilisce in questo “oscuro paesaggio della mancanza di relazioni” e di opprimente solitudine una relazione nuova e definitiva fra Dio e l’uomo. Gesù penetra nel chiuso regno dei morti e tende la mano all’umanità, elimina la mancanza di relazioni manifestando così tutta la forza e la potenza della resurrezione. Il Sabato Santo anticipa, quale giorno dell’attesa, della perseveranza e della speranza piena di fede, in un certo qual modo la Pasqua. Chi spera ha futuro, e per lui il futuro è già cominciato.
Gisbert Greshake
Pietro Lorenzetti, Discesa al Limbo, Basilica Inferiore di Assisi, 1310-1329.
Grazie a chi, anche attraverso il sito, spalanca orizzonti pasquali…