“Il gioco… d’azzardo! Il territorio si interroga.”
Questo il titolo del percorso formativo, organizzato dalla Caritas diocesana, per operatori dei centri di primo ascolto e coinvolgimento.
A volte accade. Fare la cosa giusta al momento giusto.
Un percorso formativo proprio in concomitanza alla presentazione del "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo" proposto il 14 gennaio a Milano da Terre di mezzo, Scuola delle Buone Pratiche, Fa' la cosa giusta!, Legautonomie.
Ecco i Comuni primi firmatari:
Corsico (MI), Lecco, Sesto San Giovanni (MI), Cinisello Balsamo (MI), Rho (MI), Desio (MB) Vanzaghello (MI), Paderno Franciacorta (BS), Cornaredo (MI), Gromo (BG), Ponte Lambro (CO), Montecalvo Irpino (AV), Mesero (MI), Osnago (LC), Cavenago in Brianza (MB), Castiglione d’Adda (LO), Malegno (BS), Cologno Monzese (MI), Cassano Magnago (VA), Binasco (MI), Prevalle (BS), Rezzato (BS), Liscate (MI), San Donato Milanese (MI), Cosio Valtellino (SO), Canegrate (MI), Corbetta (MI), Gazzada Schianno (VA), Carpiano (MI), Dresano (MI), Olgiate Molgora (LC), Vimodrone (MI), Pogliano Milanese (MI), Padenghe sul Garda (BS), San Giuliano Milanese (MI), Dovera (CR), Mandello del Lario (LC), Zeccone (PV), Azzate (VA), Visano (BS), Pioltello (MI), Piacenza, Milano
ai quali si sono aggiunti:
Azzano San Paolo (BG), Bresso (MI), Castione della Presolana (BG), Codogno (LO), Marcignago (PV), Novate Milanese (MI), Noviglio (MI), Palazzolo sull’Oglio (BG), Pieve Fissiraga (LO), Predappio (FC), Vaprio d’Adda (MI), Villa San Giovanni (RC), Lachiarella (MI), Mezzago (MB), Caorso (PC), Cormano (MI), Peschiera Borromeo (MI), Nova Milanese (MI), Valbondione (BG), Imbersago (LC), Albizzate (VA), Ardesio (BG), Brolo (ME), Tortorici (ME), Capriano del Colle (BS), Spino d’Adda (CR), Vittuone (MI), Paderno Ponchielli (CR), Verano Brianza (MB)
Dal testo del manifesto:
I NUMERI E LE CONSEGUENZE DEL GIOCO D’AZZARDO L’ALLARME DEI SINDACI
- 100 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la 3^ industria italiana, 8 miliardi di tasse.
- 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate.
- 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici.
- 5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico.
Sono i numeri del gioco d’azzardo lecito che sta distruggendo le persone, le famiglie, le comunità. Il gioco d’azzardo sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero, e produce sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro. Altera i presupposti morali e sociali degli Italiani sostituendo con l’azzardo i valori fondati sul lavoro, sulla fatica e sui talenti.
Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità. Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata. Il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo, autorizzativo.
I SINDACI NON CI STANNO E REAGISCONO
Chiedono UNA NUOVA LEGGE NAZIONALE, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono LEGGI REGIONALI in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali.
Chiedono che SIA CONSENTITO IL POTERE DI ORDINANZA DEI SINDACI per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai Comuni e alle Autonomie locali il PARERE PREVENTIVO e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.
I Sindaci si organizzano in RETE consapevoli che insieme si è più forti e si può contrastare la diffusione del gioco d’azzardo. Costruiscono RETI NEI TERRITORI con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto. Costruiscono RETI SOVRATERRITORIALI con le ASL e con Prefettura, Questura e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici.
Si impegnano per la FORMAZIONE propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti.
Si impegnano a UTILIZZARE TUTTI GLI STRUMENTI DISPONIBILI per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo. Ritengono di poter intervenire su:
- gli STATUTI comunali;
- i REGOLAMENTI (di Polizia locale, del Commercio, della Pubblicità, delle Sale gioco);
- le ORDINANZE basate sulla necessità di proteggere i più deboli e garantire la sicurezza urbana;
- i CONTROLLI della Polizia locale sulle sale gioco e su coloro che le frequentano, ai fini della prevenzione nei confronti della malavita organizzata;
- STRUMENTI E MODELLI OPERATIVI INFORMATICI per conoscere sempre meglio il territorio e i fenomeni che vi si manifestano.
E Seriate che fa?
“Azzardo globale” titolava la copertina della rivista “Mondo e Missione” nel numero di ottobre 2012 perché se noi siamo ormai a livelli record anche in altre regioni del mondo il fenomeno cresce in maniera preoccupante.
“Se il popolo teme il futuro, dategli l’azzardo”. La speranza di vincere toglie gli orizzonti reali.
È tempo di mettersi in gioco per dare un futuro al mondo, cominciando da noi e dal territorio in cui viviamo.
E noi che facciamo?
E' un vero e proprio 'macello sociale'. Benedetta iniziativa quindi!
ci può consolare il fatto che nella nostra lesgislazione è ancora proibito il gioco della morra
E' da tempo che mi interrogo su questo problema che sento VERAMENTE URGENTE! Un interrogativo grande era come si potesse essere così anestetiizzati su un problema di tale portata. Colgo quindi con grande interesse queste riflessioni nella speranza che anche a livello parrocchiale si trovino tempi e spazi per questo.